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Parla Gianfranco Lanci (Lenovo): «Così i nostri…

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Parla Gianfranco Lanci (Lenovo): «Così i nostri smartphone conquisteranno l'Europa»

BARCELLONA - «Il 2016 è l'anno in cui il nostro impegno in Europa occidentale crescerà in maniera considerevole a partire dall'Italia e dagli altri Paesi più importanti. Tutta la nostra linea smartphone, Lenovo e Motorola, arriverà su questi mercati». Gianfranco Lanci, presidente e Coo(Chief operative officer) del colosso cinese Lenovo, durante il Mobile World Congress in corso in questi giorni a Barcellona illustra al Sole 24 Ore i piani di espansione dell'azienda in ambito mobile.

Lenovo è leader mondiale nei pc da oltre due anni e mezzo con una quota di mercato del 21,4%, è anche numero 3 nei tablet, numero 3 nei server e quarto negli smartphone dopo Samsung, Apple e Huawei. Un colosso della tecnologia insomma. Nell'ultimo trimestre ha registrato un utile netto di 300 milioni di dollari in crescita del 17% su anno e ricavi per 12,9 miliardi di dollari in calo dell'8% anno su anno (-2% a valuta costante).

Da maggio i vostri smartphone saranno in vendita in Italia, a partire dal nuovo Lenovo k5 da 199 euro. È il momento di puntare sull'Europa?
Siamo già presenti in tutta Europa dell'Est, in alcuni Paesi siamo addirittura numero 1. Abbiamo già qualcosa anche in Europa occidentale ma ora il nostro impegno crescerà come numero di Paesi e di prodotti. Non ci sarà soltanto il K5, ma proprio tutta la nostra gamma smartphone. Abbiamo due marchi diversi: Lenovo Moto e Lenovo Vibe. Saranno in vendita anche qui da metà anno.

Come distinguete l'offerta di Motorola, che avete comprato da Google a inizio 2014 per 2,9 miliardi di dollari, da quella Lenovo?
Motorola è più focalizzata sull'innovazione, come dimostra il nuovo Moto X Force che è indistruttibile. Tendenzialmente si pone in una fascia di prezzo medio-alta, mentre Vibe in quella media. In questo modo copriamo dai 199 ai 699 euro. Pensiamo che le maggiori opportunità di crescita siano nel mainstream, dai 399 ai 499 euro.

Poco più di un mese fa erano girata la notizia che stavate per pensionare il marchio Motorola. Come stanno le cose?
È stata una interpretazione errata di qualche intervista: resta la linea Lenovo Moto e il tradizionale marchio con la M. Motorola esiste ed esiste anche meglio di prima.

Che momento sta vivendo il mercato degli smartphone? Può crescere ancora?
Il mercato continuerà a crescere e naturalmente cresce di più nei mercati emergenti e meno in quelli maturi. Si vede un rallentamento del segmento premium: come unità il numero di telefoni venduti resta sostanzialmente stabile, ma il mercato complessivo aumenta e dunque la percentuale scende.

Sul fronte dell'innovazione crede che gli smartphone siano ancora capaci di stupire?
Continua a essere fondamentale l'evoluzione della fotocamera. È diventata una macchina fotografica per tutti. Poi la realtà aumentata mi sembra abbia prospettive interessanti.

Ad esempio?
Noi abbiamo annunciato Tango: entri nel museo e non solo vieni guidato con le mappe sul telefono, ma hai anche tutte le informazioni. Non c'è nulla di virtuale, anzi: la realtà “aumenta” nel senso che fa tesoro di informazioni che arrivano dal digitale.

Eppure la realtà virtuale è la tecnologia più spinta in questa edizione del salone catalano. A che punto siamo?
Mi sembra che si inizino a vedere delle cose, ma dal punto di vista dell'utente siamo lontani da fornire qualcosa di utile. Il settore più avanzato è quello dei videogiochi.

Tim Cook ha di recente detto che la realtà virtuale non è una nicchia. Zuckerberg l'ha definita la prossima piattaforma sociale. Così salgono le aspettative. Sono d'accordo sul fatto che il settore sia promettente, ma si dimostrerà tale solo se ci saranno applicazioni che hanno significato per l'utente. E poi da un punto di vista di hardware i visori sono poco confortevoli. Basta pensare a che cosa è successo al 3D per guardare i film.

Non se ne parla più.
Prima o poi avrà successo ma per ora molto poco e credo che una delle limitazioni principali sia l'idea di dover mettere gli occhiali. È una complicazione.

Un altro fenomeno che si osserva è la moltiplicazione di oggetti connessi con al centro lo smartphone.
Secondo me il futuro è rappresentato da un crescente numero di oggetti connessi in casa e in ufficio, fino all'idea di città intelligente. Ma non credo che al centro debba esserci uno smartphone: perché non un tablet o qualcos'altro?

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