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Dossier Startup, la nuova tendenza si chiama “Rabbit”

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    Dossier | N. 221 articoliPiù start-up con il Sole

    Startup, la nuova tendenza si chiama “Rabbit”

    Lo scenario si può descrivere sommariamente così: il sempre più maturo ecosistema tecnologico globale, alimentato e spinto dall'incremento costante del numero di utenti Internet e delle applicazioni mobili distribuite attraverso gli store digitali, ha cambiato la natura delle startup. Secondo Tom Wehmeier, head of research presso il Venture Capital Atomico e uno dei tanti ospiti della rassegna “4YFN” andata in scena ai margini del Mobile World Congress, “la velocità di trasferimento delle idee attraverso la Rete sta forzando chiunque decida di avviare e di finanziare una nuova avventura imprenditoriale a fare da subito i conti con una forte competizione”.

    Cosa significa in concreto questo? Che, come osserva l'esperto, “c'è oggi un'esigenza di far scalare verso l'alto le nuove imprese molto più veloce rispetto al passato”. L'esempio di Truecaller, applicazione che permette di conoscere l'identità di chi ci sta chiamando anche se il numero non è presente in rubrica e che in poco tempo ha catturato circa 100 milioni di utenti (la maggior parte dei quali nei Paesi emergenti), è secondo Wehmeier una conferma tangibile di questo teorema.

    Più in generale, il nuovo anno dovrebbe regalarci un nuovo fenomeno legato al mondo delle startup. Queste almeno sono le previsioni di Cb Insights, secondo cui saranno le cosiddette “Rabbit”, acronimo di Real Actual Business Building Interesting Tech, le società che più si metteranno in luce nei prossimi dodici mesi, al cospetto di un 2015 che ha visto invece trionfare gli “Unicorni”, e cioè le compagnie che hanno raggiunto una valutazione superiore al miliardo di dollari.

    Oggi gli investitori, e l'analisi porta la firma di Fredrik Cassel, general partner della società di investimento Creandum, sono molto più focalizzati sul fattore “going to market”. Una tendenza che ha per diretta conseguenza quella di impegnare i venture capitalist in una veste che va ben oltre quella del mero provider di capitali e che si materializza in un ruolo di affiancamento molto più stretto della startup, per supportarla nei momenti di difficoltà e accompagnarla (trasferendo competenze e garantendo visibilità alla loro offerta) verso nuove opportunità di mercato. E più le startup sapranno dimostrare un business plan profittevole più diventeranno attrattive per raccogliere nuovi round di finanziamento.

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