Da colleghi programmatori in una software house a startupper in una soffitta, la risposta Made in Italy al garage della Silicon Valley. In pochi metri quadri a Verona, Francesco Calzà (classe 1981) e Manuel Ferrigno (1989), hanno creato Bantoa, la prima piattaforma italiana di social fashion che hanno lanciato a giugno 2015. Si tratta del primo e-commerce nel nostro Paese che, invece che per categorie, propone i capi di abbigliamento in abbinamenti completi, dal capospalla alla scarpa, per ora a un target femminile. L’utente si registra a Bantoa.com, compila una breve form e, grazie all’algoritmo sviluppato dai due imprenditori, riceve una serie di proposte di outfit create ad hoc da professionisti. «L’idea nasce da un’esigenza vissuta in prima persona, quella di semplificare lo shopping moda on line», spiega Calzà dagli spazi di coworking a Verona di Graffiti, l’incubatore e acceleratore di startup che è il loro prima finanziatore. «Quando mi collegavo a un sito e-commerce di abbigliamento alla ricerca di un capo da acquistare, provavo una sensazione smarrimento: centinaia di articoli divisi per prezzo e categoria, sono arrivato a contare 3122 camicie e 4834 paia di pantaloni». Che cosa e come scegliere? La risposta di Francesco e Manuel è stata puntare su un servizio di consulenza dedicato, la versione tech degli addetti alle vendite in negozio, con la differenza che a ricoprire questo ruolo sono fashion blogger, personal shopper e appassionati di moda. Per comporre le proprie creazioni, gli outfitter possono attingere al guardaroba degli articoli presenti su Amazon, Zalando, Yoox e Asos, acquistabili poi partendo da Bantoa. L’idea è piaciuta a Graffiti, che ha finanziato la prima cifra per lanciare la start up, circa 100mila euro, ed è entrato nella compagine sociale. Nei primi quattro mesi di attività Bantoa ha registrato 160mila utenti unici, oltre 6,5 milioni di pagine viste, più di 100 outfitter registrati sul sito per un totale di 3.500 outfit creati, quasi 20.000 like sulla pagina Facebook, quasi 4.000 articoli venduti, per un giro d’affari complessivo di circa 215.000 euro. Il business di Bantoa è basato sul modello dell’affiliazione e delle partnership dirette, con i big player dell’ecommerce fashion da una parte e professionisti dello stile dall’altra. Se parlare di exit ai due startupper sembra prematuro, le idee per il futuro sono chiare: crescita, internazionalizzazione e apertura all’uomo. L’obiettivo è decuplicare il traffico entro fine anno e aprire nel 2017 in un paese europeo, con un format replicabile ovunque. «In Italia Bantoa è il tuo style coach, all’estero sarà il tuo Italian style coach, facendo leva sull’appeal dello stile italiano nel mondo». Ora si cercano nuovi investitori, business plan alla mano, per la fase due.
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