Il lago di Garda sarà monitorato da una flotta di droni acquatici, che ne controlleranno la salute delle acque. È quanto sta per avvenire nell'ambito del progetto IntCatch, che è stato presentato oggi a Peschiera del Garda. IntCatch è l'abbreviazione di “Development and application of Novel, Integrated Tools for monitoring and managing Catchments” (sviluppo e applicazione di nuovi strumenti integrati per il monitoraggio e la gestione dei bacini”. Il progetto ha ottenuto 8.770.935 euro complessivi di finanziamento attraverso il programma quadro Horizon 2020, il più prestigioso e competitivo programma europeo di ricerca e innovazione, selezionato tra oltre 170 proposte giunte da tutta Europa per il settore “ricerca e innovazione sull'acqua”. L'iniziativa partirà il prossimo 1 giugno e si concluderà il 31 gennaio 2020. A essere oggetto di studio non è solo il bacino del lago di Garda, ma anche quello del Tamigi. Inoltre le ricerche e i risultati ottenuti saranno validati sul lago greco di Yliki, bacino che rifornisce d'acqua Atene, e sul fiume Ter che dà acqua a Barcellona.
“Si tratta di un grande successo”, ha spiegato il Rettore dell'Università di Verona Nicola Sartor, “considerato anche quanto sia difficile ottenere i finanziamenti del programma Horizon2020. È un progetto di estrema innovazione e utilità, con ricadute non solo dal punto di vista della salute, ma anche dell'economia e del turismo”. Coordinatore dell'impresa è il professor Francesco Fatone dell'Università di Verona, secondo il quale “Si tratta di un progetto che prevede le migliori innovazioni tecnologiche, robotiche e ingegneristiche a supporto delle decisioni per la gestione dei bacini idrografici europei”.
IntCatch ha vari obiettivi, di cui il più spettacolare è sperimentare l'uso di una flotta di droni acquatici intelligenti in grado di misurare in modo geolocalizzato i parametri utili a valutare lo stato di salute del bacino (ossigeno disciolto, pH, conducibilità, metalli e idrocarburi). I droni saranno comandati da un'intelligenza artificiale che consentirà loro di muoversi in modo semiautonomo: una piccola flotta sarà perciò gestibile da un singolo operatore e anche da personale non esperto. Il progetto si occuperà inoltre di validare sistemi di trattamento delle acque provenienti da fognatura mista (attraverso un impianto dimostrativo creato a Villa Bagatta, Lazise), e dell'analisi genomica in-situ delle popolazioni batteriche del Lago di Garda, il cui patrimonio genetico e le eventuali mutazioni possono essere indicatori dello stato di inquinamento secondo il modernissimo approccio dell'eco-tossicogenomica.
Tutto questo sarà il frutto di una collaborazione tra Azienda Gardesana Servizi, Università di Verona e una serie di partner privati veronesi. Complessivamente il progetto prevede la collaborazione in partenariato di sei Università di tutta Europa e 14 tra aziende europee pubbliche e private. Il un ruolo fondamentale ci sono i partner italiani LabICAB (laboratorio di Ingegneria chimica dell'ambiente e dei bioprocessi dell'Università di Verona), Azienda Gardesana Servizi, Istituto Superiore di Sanità, Technital, Personal Genomics (spin-off dell'ateneo scaligero) e Algorithmica.
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