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Fbi: commessi errori che hanno bloccato l’iPhone di San Bernardino

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SICUREZZA E PRIVACY

Fbi: commessi errori che hanno bloccato l’iPhone di San Bernardino

Il direttore dell’Fbi James Comey durante l’audizione presso la commissione giustizia del Congresso Usa (Afp)
Il direttore dell’Fbi James Comey durante l’audizione presso la commissione giustizia del Congresso Usa (Afp)

Il caso Apple-Fbi arriva al Congresso. Ieri è stato il giorno della audizioni. E tra le cose emerse è arrivata una conferma: l'Fbi ha commesso un errore che ha bloccato il backup su iCloud dei dati dell'iPhone dell'autore della strage di San Bernardino. «C'e' stato un errore commesso nelle 24 successive all'attacco - ha detto il direttore dell'Fbi, James Comey - durante le quali la contea, su richiesta dell'Fbi, ha preso provvedimenti che hanno reso impossibile consentire al telefono di eseguire il backup su iCloud».

In pratica l'Fbi avrebbe tentato di aggirare il dispositivo di sicurezza dell'iPhone resettando la password di iCloud. In questo modo ha perso la possibilità di fare un backup una volta sotto la rete wifi di casa dei terroristi. Comey ha detto che l’Fbi avrebbe comunque avuto bisogno di entrare nel telefono per avere tutti i dati. Almeno questa è la sua conclusione basata su indagini precedenti. Sono infatti 13 gli iPhone per i quali l’agenzia ha chiesto - in diversi processi - a Apple di entrare nel telefono.

Il responsabile legale di Apple ha ribadito la posizione dell’azienda sostenendo che l'Fbi sta chiedendo ad Apple di indebolire la sicurezza dei suoi prodotti.

Il caso è ormai diventato internazionale. È approdato al Congresso. Potrebbe arrivare alla Corte suprema. La decisione finale sarà un grande precedente ed è necessaria perché i Tribunali si stanno muovendo in ordine sparso. Due giorni fa a New York il giudice ha preso una decisione contraria a quella del caso San Bernardino. In questo caso si trattava di una vicenda di narcotraffico: l’Fbi chiedeva di entrare nell’iPhone di alcuni indagati, il giudice ha detto no. Ci sono parallelismi, ma questa volta non c’è di mezzo il terrorismo e la sicurezza nazionale. Certo è un precedente che Apple potrà usare in un eventuale appello in California.

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