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Dossier Startup al femminile: Kidcare cerca fondi per crescere

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    Startup al femminile: Kidcare cerca fondi per crescere

    Sono già un migliaio, in Italia, i bambini che hanno subito operazioni ortopediche nelle quali sono stati impiegati mezzi di sintesi firmati Kidcare.

    «Il mio lavoro consisteva nell'affiancare i chirurghi ortopedici in sala operatoria, per dare un supporto tecnico; una sorta di navigatore stradale, quando si trattava di scegliere fra centinaia di tipologie la protesi più adatta, la tecnica migliore», racconta Giovanna Zucco, che ha fondato Kidcare nel 2012 perché «mancavano prodotti specifici per i bambini, una nicchia poco presidiata dalle multinazionali del settore». Fra business plan, ricerche di mercato e stesura della documentazione ci sono voluti due anni solo per partire: poi è arrivato il bando Seed Money-FESR co-finanziato dalla Provincia autonoma di Trento, che ha permesso alla neonata impresa di accedere a una serie di servizi pensati per le realtà giovani e a elevato livello di innovazione.
    Quattro anni dopo, Kidcare scommette sulla sua crescita: «Oggi sono in una terra di mezzo: ho ben più di una idea, ho dei prodotti certificati che sono pronti per essere esportati in tutta Europa. Oggi ci sono molte opportunità di finanziamento per chi ha un progetto da far partire, meno per chi è già avviato ma non ha ancora raggiunto determinate dimensioni o non ha partner come, ad esempio, una università». Per questo l'opzione migliore sembra essere una partnership con un'altra azienda del settore biomedicale: «La sanità sta tagliando decisamente sui costi, e questo non ci aiuta. E poi c'è la valutazione puramente economica: una protesi da adulto - e si tratta di pezzi sicuramente più numerosi rispetto a quelli pediatrici - rende tre volte tanto a impianto. La soluzione più sensata è unire le forze con un altro produttore italiano: spero di concludere l'accordo a breve».

    Il suo nemico di Kidcare è la burocrazia: «Non ho un'app o un servizio da vendere,ma un prodotto specifico: marchio CE e certificazione di qualità sono costati migliaia di euro e mesi di lavoro a compilare documenti, ma ora sono la patente di serietà del mio progetto». Al momento Kidcare fonisce agli ospedali pediatrici due tipologie di ausilio: il primo, K.Plate, è una placca a forma di “8” per correggere le deformità assiali in età pediatrica; il secondo è un chiodo elastico (K.Nail) per riparare le fratture delle ossa lunghe, come femore, tibia, radio ulna e omero. Una terza idea è già in fase avanzata, pronta ad uscire dal cassetto quando le risorse lo consentiranno.

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