È stato rilasciato a sorpresa, a disposizione degli sviluppatori che si occuperanno del testing del sistema e del porting delle applicazioni, Android N, la nuova versione del sistema operativo mobile di Google.
L’annuncio è stato fatto sul blog ufficiale degli sviluppatori Android, ed è in anticipo rispetto a quella che è la consueta roadmap, che prevede il rilascio della developer preview in concomitanza della Conferenza mondiale degli sviluppatori dell’Os mobile di Mountain View, quest’anno in programma a partire dal 18 di maggio. Il nuovo os può essere installato su diversi device della serie Nexus, mentre la versione definitiva destinata agli utenti finali (Android 7.0) dovrebbe essere rilasciata, sempre per sistemi Nexus, nel terzo quarto di quest’anno. Come al solito, gli altri produttori di device Android-based adotteranno la nuova versione del sistema operativo con i loro tempi.
Le novità principali
Diverse sono le innovazioni di Android N. Ecco un primo rapido excursus. Innanzitutto, l’os è ora multi-finestra, con la possibilità quindi di dividere in più parti lo schermo del device e farvi lavorare diverse app; le finestre possono anche essere ridimensionate e spostate. Inoltre è prevista una funzione che consente di mostrare una piccola preview di un’app all’interno di una finestra che copre l’intero schermo del device (funzione simile a quella del “picture in picture” dei televisori). Cambiamenti sono stati fatti anche al menù delle impostazioni, che consente di vedere già dal livello generale informazioni che prima potevano essere visualizzate solo quando si accedeva a un sottolivello. Incrementi sono stati implementati anche al “doze mode” già presente in Android Marshmallow (l’ultima versione attualmente disponibile per gli utenti finali) che permette di incrementare la durata della batteria del device mettendo in “freeze” alcune funzionalità quando queste non vengono utilizzate. Ora il doze mode funziona a due livelli differenti, il primo dei quali opera dopo che lo schermo è stato messo in standby per un certo tempo sia nel caso in cui il device venga tenuto fermo, sia quando è posato, per esempio, in tasca o in borsetta. Il secondo livello funziona invece come quello di Marshmallow, con alcune migliorie.
Ancora, altre modifiche riguardano il “notification shade” (il pannello delle notifiche “ombreggiato” che si ha quando si trascina dall’alto in basso sullo schermo) e la possibilità di ottimizzare al meglio le app dal punto di vista delle prestazioni. Molti altri sono ancora i cambiamenti; un gradito ritorno è, infine, il “Dark Mode”, che a una certa ora o in assenza di un minimo quantitativo di luce cambia l’aspetto del display del device, adattandolo al buio (e al sonno dell’utente!). Una funzione che era “scomparsa” in Marshmallow ed era rimpianta da molti utenti. (f.s.)
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