La ricerca è una cosa seria il cui successo non si misura in like o faccine, ma in brevetti. Anche se il fascino del mondo delle startup è più nuovo e abile nel marketing, i veri innovatori, che stanno davvero cambiando il mondo, sono, quasi sempre, uomini e donne che indossano ogni giorno dei camici e lavorano nei laboratori statali in città sicuramente più piovose di San Francisco come Grenoble, Monaco, Parigi.
Lo evidenzia la classifica The World's Most Innovative Research Institutions appena stilata dall'agenzia Thomson Reuters che ha assegnato un punteggio alle istituzioni a carattere pubblico più innovative al mondo. I parametri utilizzati dal centro di ricerca Reuters sono stati il maggior numero di articoli pubblicati in riviste scientifiche dal 2008 al 2013, il numero di brevetti depositati, il numero di citazioni ottenute e non ultimo il numero di collaborazioni con realtà industriali per attività di ricerca, parametro questo che indica il potenziale impatto nell'economia reale dei progetti.
In cima alla lista troviamo la Francia con il Cea (Commissariat à l'énergie atomique et aux énergies alternatives), un ente pubblico di ricerca fondato nel 1945 per volontà del generale De Gaulle. L'istituto ha dieci sedi sparse nel Paese, dispone di un budget di 4,3 miliardi di dollari, ed è specializzato nella ricerca nucleare, nelle fonti rinnovabili, nell'ambito militare e medicale. Subito dopo c'è la Fraunhofer Society (Fraunhofer-Gesellschaft zur Förderung der angewandten Forschung) fondata nel 1949, la più grande organizzazione per la ricerca applicata in Europa che conta 69 centri, 24mila dipendenti e ha un budget annuale di 2,1 miliardi di euro di cui, il 70%, provengono da collaborazioni sinergiche con le industrie. Gli ambiti di ricerca sono difesa e sicurezza, It, scienze naturali, scienza dei materiali e tecnologia microelettronica.
Subito dopo queste grandi istituzioni europee c'è la Japan Science and Technology Agency (Jst) nata nel 1996 dalla fusione di due agenzie di ricerca governative. La ricerca si concentra su cinque aree: innovazione nelle energie rinnovabili, salute, nanotecnologie e materiali, information technology. Tre scienziati del Jst hanno vinto il Nobel per la fisica nel 2014 e un altro ha condiviso il premio per la medicina nel 2012. Attualmente l'istituto collabora con la Mitsubishi Chemical Corporation per sviluppare un rivestimento a film sottile in grado di convertire l'energia solare in elettricità, a costi inferiori rispetto ai moduli in silicio. Solo al quarto posto troviamo gli Stati Uniti patria delle startup con l'Hhs (Department of Health & Human Services) l'ente governativo che si occupa della salute dei cittadini americani. L'Hhs, che ha un budget di mille miliardi, ha 11 divisioni operative tra i quali l'Istituto nazionale della salute, il centro di controllo per le malattie e la famosa Fda (Food and Drug Administration) che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici. L'Italia non è presente nella classifica che però ha una forte presenza europea: su 25 posizioni, otto sono occupate da centri di ricerca francesi (4), tedeschi (3) e spagnolo con il Csic (Agencia Estatal Consejo Superior de Investigaciones Científicas) che si piazza al 21° posto. Seguono gli Stati Uniti con sei istituzioni, tra le quali la Nasa, il Giappone con tre e la Cina con l'Agency for Science, Technology & Research di Singapore, la Chinese Academy of Sciences di Pechino e la Academia Sinica di Taiwan.
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