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I robot fanno paura e non creano profitto. Google pronta a vendere Boston…

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L’INDISCREZIONE DI BLOOMBERG

I robot fanno paura e non creano profitto. Google pronta a vendere Boston Dynamics

Appena qualche giorno fa un paio di video impazzavano sul web, facendo registrare milioni di visualizzazioni in poche ore. Sembrava l'apoteosi della robotizzazione firmata Google. E invece dietro le quinte si muoveva già la mano lunga delle logiche aziendali, quella che deve rispondere al profitto e segue solo le orme del danaro. Così si è passati rapidamente alla fase successiva della storia.

Secondo un'indiscrezione molto quotata lanciata da Bloomberg, Alphabet (conglomerato di cui fa parte Google), starebbe pensando seriamente di cedere Boston Dynamics, la società che si occupa della divisione robotica. La motivazione è presto detta: non è in discussione la qualità del lavoro degli ingegneri di Boston Dynamics, ma la capacità di creare un oggetto commercializzabile da qui ai prossimi anni. Insomma: tanta ricerca, grandi prototipi, ma poco mercato, secondo le stime di Google. E allora Alphabet avrebbe deciso di disfarsene. Un'idea che sarebbe in fase avanzata, tanto che già circolano i primi nomi di possibili acquirenti: da Toyota Research (una divisione di Toyota Motor), fino ad Amazon che potrebbe impiegare i robot nei suoi immensi magazzini. Solo rumors, per il momento, con la società di Bezos che ha preferito non commentare. Ma l'impressione è che, almeno per ora, la storia d'amore fra Google e la robotica sia a un passo dalla rottura.

Google aveva acquistato Boston Dynamics nel dicembre del 2013. Un'acquisizione che rientrò nella voglia matta di Big G di puntare forte sulla robotica, settore che in quel periodo era affidato all'estro creativo dell'ex Ceo di Android, Andrew Rubin. Boston Dynamics era già una sorta di autorità, a livello di robotica, soprattutto nel settore militare. Tre anni fa la società aveva un contratto da 10,8 milioni di dollari con il Pentagono e già sfoggiava nelle schede tecniche delle sue creazioni più di un record mondiale: BigDog, la star quadrupede con una capacità di trasporto da 181 chili; Cheetah, il “gattone” che supera Bolt in velocità con le sue 29 miglia orarie; Atlas, il robot umanoide controllabile da remoto. Google, dopo l'acquisto, chiarì che lo scopo dell'operazione non era assolutamente quello militare. E così è stato, almeno finché è durato.

C'è da dire che dopo l'addio di Rubin (che nell'ottobre 2014 ha lasciato Google per dedicarsi al mondo delle startup), la divisione dedicata alla robotica di Mountain View (chiamata Replicant) ha vissuto grandi cambiamenti. E questa probabile cessione rischia di segnarne fortemente il destino. Rubin aveva portato in Google oltre 300 ingegneri specializzati in robot, ma qualcosa non ha funzionato. Secondo alcuni scambi di mail riservati finiti sulla stampa americana, i lavori di Boston Dynamics e quelli delle altre divisioni del gruppo robotica non hanno mai trovato punti comuni. E in una riunione dell'11 novembre scorso, Jonathan Rosenberg, un consigliere di Alphabet molto vicino a Larry Page aveva fatto intendere che non era pensabile di dover attendere altri dieci anni (di investimenti) per ottenere un prodotto commercializzabile. Sempre nel corso della famigerata riunione, uno dei direttori di Replicant, Aaron Edsinger, avrebbe detto di aver cercato di lavorare con Boston Dynamics per creare un robot a basso costo, trovando davanti a sé un muro di gomma.

I video hanno fatto paura?
C'è anche un'ipotesi abbastanza inquietante circa la decisione di vendere Boston Dynamics. E sarebbe strettamente legata ai video di cui scrivevamo in apertura di questo articolo. I milioni di click hanno scatenato anche un'accesa discussione sul web, con molti utenti impauriti e preoccupati. «C'è entusiasmo da parte della stampa tech, ma stiamo anche iniziando a vedere alcuni trend negativi circa il fatto che i robot siano terrificanti e pronti a prendere il lavoro degli esseri umani» ha scritto in una mail Courtney Hohne, direttore delle comunicazioni di Google. Che le persone non siano ancora pronte ai robot? Forse. Intanto Google non vuole correre rischi.

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