Un mese fa avevano lanciato una campagna su Kikstarter. Obiettivo? Raccogliere con il crowdfunding 50mila euro per espandersi a livello internazionale. La campagna è andata bene, portando nelle casse anche qualche euro in più. E oggi Brain, startup che si sta occupando dello sviluppo della prima telemetria smart per motorsports e action sports, può veramente puntare in alto. La piccola azienda ha sede a Rovereto, in provincia di Trento, e i fondatori sono due giovani ingegneri che si sono conosciuti un po' per caso.
Uno dei due, Simone Grillo, durante un viaggio in Austria si imbatte in una Ducati Panigale con a bordo una dozzina di telecamere. Ed è da lì che nasce l'idea. Un'idea che è piaciuta subito, dato che la startup ha immediatamente ricevuto un finanziamento da 150mila euro da parte di Ban Trentino, network di business angels, e da Industrio, l'incubatore di start-up che ha sede proprio a Rovereto, dove l'azienda si è trasferita da Padova. Finanziamenti che sono stati determinanti nella fase iniziale.
Oggi, però, si cerca il grande salto. E la campagna su Kikstarter serve proprio a questo. «In questi mesi – spiegano i fondatori Simone Grillo e Timoteo Ziccardi – il progetto non è più solo un'idea ma siamo giunti alla fase finale dello sviluppo del prodotto. E ora non ci resta che fare gli ultimi ritocchi e mettere in produzione il dispositivo che sarà pronto e verrà spedito nelle mani dei clienti a partire da maggio prossimo». Il device in questione si chiama Brain One, e in sostanza serve a misurare le performance degli amanti delle moto e degli sport estremi.
Si tratta di un dispositivo senza fili che contiene diversi sensori ed è in grado di misurare tutte le metriche relative a un giro in pista o su strada (velocità, angolo di piega, forza g, giri motore, rapporto inserito, traiettoria, tempo sul giro e molto altro), ma anche di monitorare costantemente il battito cardiaco e altri parametri molto importanti di chi è in sella alla moto. Oltre a misurare le performance, il device è in grado di individuare un'eventuale situazione di emergenza grazie a un algoritmo che percepisce se la moto è ferma a terra in posizione orizzontale o se ci sono accelerazioni tipiche di un incidente. In tal caso un segnale di allerta geolocalizzato viene inviato ai numeri preferiti. Il progetto di Brain ha suscitato l'interesse di diversi personaggi noti nel mondo del motociclismo, come Aldo Drudi, il designer dei caschi di Valentino Rossi, che ha scelto di entrare nel progetto per curare personalmente il design di Brain One.
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