È ancora il settore del food delivery a far sperare gli startupper italiani con una nuova exit. Da poche ore, infatti, la milanese Foodinho è stata acquisita dalla spagnola Glovo. Un'operazione ufficializzata ieri dai due fondatori che, tuttavia, hanno preferito non svelare le cifre dell'accordo. Con questa acquisizione, comunque, la startup nata a Barcellona nel 2014 inizia un processo di espansione che la vede protagonista per la prima volta fuori dalle mura spagnole.
Ieri, Matteo Pichi, fondatore di Foodinho, e Oscar Pierre, fondatore e Ceo di Glovo, hanno spiegato quale sarà il ruolo di Glovo a Milano. Pichi ricoprirà il ruolo di Country Manager italiano, in questo processo che comunque trasformerà il ruolo di Foodinho. Glovo, infatti, offre un servizio molto particolare, che sfonda le porte del delivery food e abbraccia il concetto dell'anything delivery. I corrieri di Glovo (ci si registra su un app, in stile Uber, e si diventa fattorini) non si occuperanno solo di cibo, ma di qualsiasi bene trasportabile. Trasporteranno di tutto e in meno di un'ora. E renderanno disponibile un servizio per ora unico: se l'utente dimentica qualcosa a casa, i corrieri di Glovo vanno a prenderla. «Glovo – ha detto Pichi - è pioniere di questa tendenza e ha dimostrato in poco tempo di avere tutte le carte in regola per imporsi sul mercato Europeo. Sono lieto che Foodinho e la nostra selezione di ristoranti e di bike messenger professionisti siano stati scelti per sviluppare il business internazionale di Glovo, partendo da Milano»
La startup spagnola ha chiuso il 2015 con un fatturato di 260.000 euro e nei prossimi mesi sbarcherà anche a Parigi. Tutto è iniziato nel 2014 a Barcellona, dopo la chiusura di un primo round di finanziamenti di 140.000 euro. Nel settembre dello stesso anno, l'azienda ha avviato il proprio business nelle città di Madrid e Valencia. Poi la chiusura di un round di investimenti importante: oltre 2 milioni di euro. Da qui la decisione di espandersi oltre i confini spagnoli.
Ieri, a Milano, Il Sole 24 Ore ha intercettato in esclusiva il Ceo di Glovo, Oscar Pierre. «L'Italia – ci ha detto - è un processo di espansione molto naturale per Glovo, perché qui ci sono molte somiglianze con il mercato spagnolo, in termini di operazioni, di città e di cultura. E poi è anche un Paese senza grandi leader di mercato. Per questo lo abbiamo individuato come primo obiettivo al di fuori della Spagna». Pierre non ha voluto parlare dei termini economici dell'operazione, limitandosi a dire che «la partnership con Foodinho è una grande opportunità, non solo per i loro risultati di business, ma soprattutto per la loro squadra e la loro cultura aziendale. Abbiamo fiducia nella squadra Foodinho».
Allo stesso Pierre abbiamo chiesto di spiegarci nel dettaglio cosa fa la sua startup: «Glovo trasporta qualsiasi cosa in pochi minuti. Hai bisogno di qualcosa dalla farmacia, o al supermercato? Vuoi inviare fiori ad un amico? Hai bisogno di un caricabatteria per il telefono? Desideri ordinare uno spuntino per l'ufficio? Glovo fa tutto questo, e in pochi minuti. Da oggi a Milano, ma molto presto saremo in altre grandi città italiane».
Infine, una considerazione sulle startup europee, e sulle differenze con la Silicon Valley: «Si sta migliorando rapidamente – ci ha detto Pierre - ma in Europa si ha un approccio molto più conservativo. Ci troviamo davanti a un'unione di Paesi con lingue, culture e le leggi differenti. E ciò rende l'espansione un po' più difficile. Ma a noi piacciono le sfide difficili. Barcellona, la nostra città, è un ottimo posto per far partire una startup. Bel clima, grande talento, ottimo cibo e costo della vita non eccessivo. Sta diventando un grande hub di nuove startup in Europa. Credo che stia diventando un modello che altre città in Europa dovrebbero cercare di seguire».
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