Chi credeva che la querelle fra le big del mondo tecnologico e l'Fbi si fosse chiusa con l'iPhone di San Bernardino violato da un hacker contattato dai federali, si sbagliava di grosso. Negli uffici della Silicon Valley, dove i colossi da miliardi di utenti tengono in mano il web, il fermento è tanto. E l'ultima mossa porta una firma autorevole: WhatsApp. L'applicazione di messaggistica istantanea più popolare al mondo (oltre un miliardo di utenti iscritti), ha comunicato ai suoi utenti l'aggiornamento della sicurezza di chat e telefonate, con uno switch importante verso la crittografia “end to end”. Che poi è la stessa crittografia utilizzata da Telegram, app concorrente che ha sempre fatto della sicurezza il suo punto di forza.
L'annuncio è arrivato con un post su Facebook del fondatore di WhatsApp, Jan Koum, seguito da un articolo ufficiale sul blog della piattaforma che, ricordiamolo, è di proprietà di Facebook. E che dietro la scelta di WhatsApp di aumentare il livello di sicurezza ci sia proprio il caso Apple-Fbi non se ne fa mistero, anche se è giusto sottolineare che gli ingegneri erano al lavoro sulla modalità “end to end” già da qualche mese. «Riconosciamo il lavoro importante delle forze dell'ordine nel tenere le persone al sicuro – è scritto nel post ufficiale di WhatsApp - ma gli sforzi per indebolire la cifratura dei dati espongono le informazioni delle persone all'abuso di cybercriminali, hacker e Stati canaglia». Koum ha scritto ai suoi fan di Facebook del nuovo grado di sicurezza, non nascondendo una certa soddisfazione: «Sono due anni che lavoriamo per dare alle persone una migliore sicurezza per le loro conversazioni su WhatsApp. Sono orgoglioso che il nostro team abbia raggiunto questo traguardo: d'ora in poi ogni messaggio, foto, video, file e messaggio vocale inviato sarà criptato di default se il mittente e il destinatario useranno entrambi l'ultima versione della nostra applicazione. Anche le chat di gruppo e le chiamate vocali saranno criptate». «Le persone meritano sicurezza – ha sottolineato il fondatore della app - perché è la sicurezza ci permette di connetterci con chi amiamo. Ci permette di comunicare informazioni sensibili con colleghi, amici o altri. Siamo felici di fare la nostra parte nel mantenere le informazioni delle persone fuori dalla portata di hacker e criminali informatici».
Cosa cambia?
WhatsApp utilizzava già una crittografia end to end, ma non era estesa alla totalità della piattaforma. Oggi, invece, con un messaggino in giallo che è comparso nelle chat di ognuno di noi (solo per chi ha l'ultima versione della App), la società californiana ha comunicato a tutti che la nuova crittografia è ovunque. E questo, come scrivono loro stesso, non consentirà a nessuno («neanche ai nostri ingegneri») di entrare nelle conversazioni. Quando si utilizza una “end to end encryption” (comunemente definita anche “etee”) solo gli interlocutori sono in possesso della chiave di crittografia dei messaggi che vengono inviati. Quindi solo i due nodi comunicanti, chi invia e chi riceve, sono in grado di decrittare i messaggi inviati. Le chiavi crittografiche sono presenti direttamente nei device che inviano e che ricevono. Mentre i server dell'azienda che ospita i dati (in questo caso WhatsApp), agiscono come semplici postini, senza la possibilità di decrittare i dati.
L'arresto in Brasile
Va ricordato che proprio a causa di una crittografia “end to end” già in uso, qualche settimana fa, in Brasile, era stato arrestato e poi rilasciato il numero uno di Facebook in Sud America. Motivo: non aver collaborato con le autorità circa le conversazioni fra due criminali. Oggi WhatsApp mette le mani avanti e comunica al mondo che con la “etee” neanche loro saranno grado di decrittare le conversazioni dei loro utenti. L'Fbi è avvisata.
Twitter: @biagiosimonetta
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