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Svegliare le coscienze del mondo

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Svegliare le coscienze del mondo

Perché il mondo veda. Sta qui il significato della visita di Papa Francesco a Lesbo, simbolo dell’origine della civiltà greca ed europea e oggi protagonista di una vera e propria crisi umanitaria, causata dall’esodo dei profughi che fuggono dalle guerre mediorientali.

Gianfranco Brunelli

La presenza del papa, assieme a quella del Patriarca ecumenico Bartolomeo I e dell’Arcivescovo maggiore di Atene Ieronymos II, aveva lo scopo di svegliare le coscienze del mondo e dell’Europa di fronte alla catastrofe umanitaria in atto. Solidarietà ed ecumenismo si sono fusi assieme, istituendo una relazione profonda tra ricerca dell’unità dei cristiani e la preoccupazione per le sorti di questa umanità, per le sorti della pace.

Il metropolita ortodosso di Pergamo Ioannis (Zizioulas), tra i protagonisti contemporanei del movimento ecumenico, di recente lo ha definito «ecumenismo esistenziale». Le differenze dogmatiche e istituzionali tra le Chiese sono come state superate da nuove condizioni storiche, nelle quali i cristiani stessi vengono a trovarsi. È accaduto ad ogni cambio d’epoca. Chi perseguita i cristiani in Medio Oriente non domanda loro a quale confessione appartengono. E così è per l’essere cristiani. Di fronte a chi muore nelle acque dell’Egeo o del Mediterraneo, come nelle sabbie del nord Africa, di fronte a chi scappa dalla fame e dalla guerra, i cristiani non possono chiedersi a quale religione essi appartengano. Del resto, nella tradizione teologica cristiana la Chiesa non esiste per se stessa, ma per la salvezza del mondo.

Lo potremmo anche chiamare ecumenismo della carità, poiché sono in gioco la dignità personale, la libertà e la giustizia, la vita e la morte. La domanda è se riconosciamo il primato della dignità della persona, se esso ha un significato esistenziale fondamentale non solo per la fede cristiana, ma per ogni ragione e ogni religione, o se invece vi sono valori maggiori o interessi maggiori a cui le persone siano sacrificabili. Questo hanno detto Francesco, Bartolomeo e Ieronymos.

«Abbiamo viaggiato fin qui per guardare nei vostri occhi, sentire le vostre voci e tenere le vostre mani nelle nostre. Abbiamo viaggiato fin qui per dirvi che ci preoccupiamo di voi. Abbiamo viaggiato fin qui perché il mondo non vi ha dimenticato»: ha detto il patriarca Bartolomeo nel campo profughi di Moria. «Come uomini di fede, desideriamo unire le nostre voci per parlare apertamente a nome vostro. Speriamo che il mondo si faccia attento a queste situazioni di bisogno tragico e veramente disperato, e risponda in modo degno della nostra comune umanità»: ha detto papa Francesco. E nella preghiera al porto di Mytilene ha chiesto al Dio di misericordia di destare tutti «dal sonno dell’indifferenza», liberando ogni uomo «dall’insensibilità, frutto del benessere mondano e del ripiegamento su sé stessi».

Nell’incontro con la cittadinanza di Lesbo, Francesco ha elogiato la Grecia (le istituzioni e la popolazione), che nonostante la grave crisi economica e finanziaria si è fatta carico della solidarietà verso i migranti. Poi ha parlato all’Europa, richiamando i suoi ideali. Ha riconosciuto le preoccupazioni «legittime e comprensibili» dei governi e della gente per questo esodo incontrollato, ma ha ricordato come lo spirito di fraternità, di solidarietà e il rispetto per la dignità umana hanno contraddistinto la sua lunga storia. E a tutti, che «l’Europa è la patria dei diritti umani, e che chiunque metta piede in terra europea dovrebbe poterlo sperimentare, così si renderà più consapevole di doverli a sua volta rispettare e difendere».

Nella Dichiarazione comune, firmata dai tre leader religiosi, è tornato il tema umanitario legato alla prospettiva ecumenica. L’unità tra i cristiani, segnatamente tra le Chiese ortodosse e la Chiesa cattolica, è stata posta nel contesto complessivo del servizio alla giustizia, all’unità e alla pace dell’umanità. L’una è il segno credibile per l’altra. L’ecumenismo della carità può far fare un passo avanti sia alla teologia ortodossa, sia a quella cattolica in vista di una maggiore comunione. Quanti credono in un Dio trinitario non possono che affermare il valore assoluto della persona umana immagine di Dio. Perché il mondo veda.

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