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Anche l'Università italiana prova a diventare digitale

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Anche l'Università italiana prova a diventare digitale

Dal 21 di aprile sono online i primi Moocs del Consorzio Eduopen, piattaforma di progettazione ed erogazione creata da 14 atenei pubblici italiani (tra i quali Reggio Emilia, Venezia Milano-Bicocca, Parma, Bari, Bolzano, Ferrara, Genova, Catania e il politecnico di Ancona). Il Consorzio nasce per offrire a tutti e gratuitamente l'opportunità di seguire percorsi formativi digitali di alta qualità “a distanza”. Il portale è realizzato in collaborazione con il ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, che ne ha sostenuto e finanziato l'avvio in collaborazione con i consorzi Cineca e Garr su piattaforma open source.

L'intento è quello di avviare la transizione alla didattica digitale delle Università italiane, che fino ad ora si sono rivelate piuttosto impermeabili e sospettose nei confronti del digitale rispetto alle grandi Università europee e mondiali. A partire dal 2008 l'innovazione digitale si è diffusa in maniera virale in tutte le più prestigiose università mondiali grazie al fenomeno dei Moocs, mentre negli anni dei “pionieri” era stata localizzate in alcuni centri di eccellenza - la Open University in Inghilterra, l'Open Coursware Project dell'Mit o l'Universitat Oberta de Catalunya (Uoc) -.

I Moocs offrono corsi o percorsi di formazione aperti e disponibili in rete, pensati per una formazione a distanza che coinvolga un numero elevato di utenti. Si tratta di corsi generalmente basati su video e attività interattive online sostenute dai corsisti. Secondo una ricerca del Pew Internet & American Life Project sono ormai 10 milioni gli studenti universitari che hanno seguito un Mooc. Per lo più si tratta di corsi universitari erogati dai grandi consorzi statunitensi: 5,6 milioni attraverso Coursera un consorzio privato fondato da alcuni docenti dell'Università di Stanford in California. Sempre a Stanford nasce anche il secondo consorzio mondiale di Mooc Udacity che vanta 1.6 milioni di utenti; un milione di utenti ha il consorzio Edx fondato dall'Università di Harward e dal Mit di Boston.

La diffusione dei Mooc è stata a lungo bloccata e inibita all'interno degli Atenei pubblici italiani dall’ombra grigia dei corsi di laurea erogati online dalle cosiddette “università “telematiche” private. Queste hanno per così dire “bloccato” l'innovazione con i loro percorsi formativi spesso erogati ai limiti della “normativa” e a costi molto elevati, che nonostante un qualità molto discutibile (Rapporto Anvur 2013), garantiscono, però, un titolo di studio, equivalente, almeno formalmente, a quello delle università pubbliche. Per questo la diffidenza nei confronti della formazione superiore e long life erogata via web è così alta in Italia. D

a oggi, invece, i Mooc in Italia avranno una loro piattaforma pubblica, garantita da un Consorzio, Eduopen, cui partecipano anche il Miur e il Cineca, per l'erogazione e la certificazione. Per fugare ogni “ombra” Eduopen ha tra i suoi primi obiettivi quello di pubblicare solo corsi che rispettino i migliori standard internazionali di qualità. I corsi saranno disponibili in inglese e in italiano (con sottotitoli in inglese). Ad oggi, il catalogo, prepone 68 corsi, nove dei quali sono già fruibili da oggi e riguardano discipline molto diverse tra loro, dalla matematica alla medicina, alle tecnologie didattiche e alle scienze umane. I corsi sono disponibili in modalità open e gratuita (licenza Creative Commons shareAlike). Per chi intende farsi rilasciare attestati e certificazioni finali è previsto il pagamento di una somma tra i 50 e i 100 euro.

I crediti formativi universitari conseguiti saranno scambiabili tra gli Atenei. I risultati conseguiti dagli studenti avranno la forma di “badge”. Grazie alla collaborazione con Cineca, infatti, EduOpen rilascerà open badge, ovvero attestati digitali in formato aperto, sicuri e verificabili, che permetteranno di acquisire competenze certificate per la formazione continua spendibili sia nel privato sia nel pubblico. Ad esempio un insegnante potrà utilizzare la certificazione Cineca come titolo ufficiale valido per la sua formazione continua.
Una ventata di novità anche nella formazione aumentata dalle tecnologie nell'Università e nel mondo della formazione continua … eppur si muove!

*Docente di Tecnologie didattiche e Teoria e tecnica dei nuovi media presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università degli Studi Milano Bicocca

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