I nomi saranno anche buffi: BlaBlaCar, Zego, Jojob, BringMe, GoGoBus. Ma il business del carpooling - ossia la condivisione dell’auto tra privati - è davvero prospero. Prendiamo i dati di BlaBlaCar, la startup francese che in dieci anni è diventata un colosso da oltre 1,6 miliardi di dollari con 25 milioni di utenti in 22 Paesi, comprese India, Brasile, Russia e Messico.
L’azienda fondata da tre giovani - tra cui il brillante Frederic Mazzella, discendente di italiani - domina il mercato europeo del carpooling ma è particolarmente brillante proprio nel nostro Paese, dove è sbarcata nel 2012: l’Italia è terza nel business di BlaBlaCar dopo Francia e Spagna. Qualche dato del 2015 sulla Penisola: il viaggio medio è lungo 320 chilometri, gli iscritti (età media 31 anni) sono per il 71% lavoratori e per il 21% studenti; sei “car pooler” su dieci vivono nel Nord Italia, e più in dettaglio il 20% in Lombardia, il 12% in Emilia-Romagna e l’11% nel Lazio.
Come funziona BlaBlaCar? Basta trovare il passaggio inserendo la città di partenza e di arrivo e la data che interessa. Il pagamento può avvenire con carta, via PayPal o in contanti, e naturalmente c’è il sistema di feedback (oltre a un’assicurazione aggiuntiva Axa).
Attenzione: Uber e Lyft, che sono servizi di ride sharing, non c’entrano niente. Non bisogna confondere il carpooling né con il car sharing, ossia l’autonoleggio a tempo di un’automobile di proprietà di terze parti (che in Italia è consentito solo alle aziende e non ai privati), né con il ride sharing, ovvero il trasporto di terzi da parte di un privato con un’auto di proprietà, con o senza scopo di lucro.
Variante di BlaBlaCar è Jojob, il servizio di carpooling destinato alle aziende fondato nel 2013 come Bringme Srl da Gerard Albertengo e cresciuto all’interno di I3P, l’incubatore del Politecnico di Torino. Anziché ingaggiare una battaglia suicida coi potenti cugini francesi di BlaBlaCar, la startup italiana ha avuto l’intuizione di sfruttare le norme italiane sul mobility management, introdotte nel 1998 e nel 2000 per ogni organizzazione (azienda o ente pubblico) con più di 300 dipendenti per “unità locale” o, complessivamente, con oltre 800 dipendenti, allo scopo di ridurre il ricorso all’auto privata a favore di soluzioni di trasporto a basso impatto ambientale.
Attivato da 73 aziende di grandi dimensioni in Italia (tra le quali Alstom, Amazon, Auchan, Bnl, Coop, Ferragamo, Findomestic, Yoox, Heineken, Luxottica e OVS), il servizio della startup torinese coinvolge 57mila dipendenti e permette, con piattaforma web e app su smartphone, di condividere l’auto nel tragitto casa-lavoro tra colleghi o lavoratori di aziende limitrofe. E' stata proprio Jojob a stimare per ogni dipendente che utilizza il servizio un risparmio medio di 1300 euro l’anno: solo nel primo trimestre 2016 grazie al carpooling aziendale sono stati risparmiati 328.590 km, il 21,6% in più rispetto ai 270.135 km dell’ultimo trimestre del 2015.
Esistono poi altre profittevoli nicchie nel business del carpooling. Una è quella che sta cercando di occupare la startup Zego: il “carpooling urbano istantaneo”, attivo in quattro città italiane (Milano, Torino, Genova e Padova) con 20mila utenti registrati e duemila driver. Il servizio funziona grazie a un’app, con la quale si chiede un passaggio istantaneo. Sempre l’app suggerisce un rimborso spese, che però è liberamente contrattabile e che si paga con carta o PayPal (le commissione sono pari a un quinto della somma pattuita). Importante disclaimer: i rimborsi ricevuti non devono e non possono costituire una fonte di reddito professionale per il driver. «La piattaforma prevede la possibilità di trasportare persone solo a fronte di una condivisione amichevole delle spese e costi di viaggio», si legge sul sito.
Altra variazione sul tema è quella di GoGoBus, startup italiana nata poco più di un anno fa nel nome del “pullman pooling”. Sono già duemila gli utenti che fino ad oggi hanno deciso di avvalersi di questo servizio collettivo: ci si prenota on line, da computer, tablet o smartphone, sul sito www.gogobus.it, scegliendo una destinazione già proposta o addirittura proponendone una sulla base di un evento che si ritiene di pubblico interesse. Al momento della prenotazione non si paga nulla, visto che il viaggio diventa effettivo quando le adesioni raggiungono la quota minima di 19 passeggeri. I tragitti collegano tutta la Penisola. «Attualmente collaboriamo con un centinaio di società di noleggio autobus, ma prevediamo un ulteriore incremento puntando maggiormente sui viaggi personalizzati», spiega Alessandro Zocca, ceo della società.
Nell’affollato segmento italiano del carpooling è arrivata anche Autostrade per l’Italia con AutostradeCarPooling, servizio di condivisione nato per i pendolari dell’area milanese con tanto di casello dedicato sull’autostrada dei Laghi (A8-A9) a Milano Nord. I clienti registrati sfiorano quota 10mila, con circa 3500 viaggi sempre disponibili.
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