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Start-up, premi a OvalMoney ed eXrade per micropagamenti ed…

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Italian Fintech Awards 2016

Start-up, premi a OvalMoney ed eXrade per micropagamenti ed e-commerce

La call for ideas lanciata da CheBanca! e volta a scovare il meglio della tecnologia finanziaria made in Italy ha i suoi vincitori. La sussidiaria retail del gruppo Mediobanca, ha eletto venerdì 6 maggio le due startup più meritevoli tra le candidate all'Italian Fintech Awards 2016. La finale, tenutasi al Talent Garden di via Calabiana (Milano), ha visto emergere OvalMoney ed eXrade, attive rispettivamente nei settori micropagamenti peer to peer ed e-commerce.

Fondata nell'ottobre 2015 dall'ex general manager di Uber Italia Benedetta Arese Lucini, insieme con Claudio Bedino ed Edoardo Benedetto (già noti per la piattaforma di crowdfunding Starteed), OvalMoney è un'app collegata a conto corrente e carta di credito in grado di produrre aggiornamenti in tempo reale nonché statistiche varie sulla spesa del singolo utente. L'obiettivo è monitorare i propri flussi di denaro in modo tale da riuscire a risparmiarlo, con un metodo –paradossalmente– tradizionale. OvalMoney funge a tutti gli effetti da salvadanaio digitale: trattiene gli “spiccioli” di resto generati da ciascuna transazione e li trasferisce su un conto dedicato; in seguito, qualora l'utente si trovi a dover effettuare un pagamento anche improvviso, per un'emergenza, un evento o una donazione che sia, l'app mette a disposizione non solo l'intero montante risparmiato, ma anche un prestito aggiuntivo pari a fino l'80% dello stesso, da rimborsare attraverso micropagamenti giornalieri.

Il prestito, basato sulla logica del p2p, proviene di fatto da altri utenti, nello specifico quelli che hanno scelto di investire i propri fondi nella concessione di credito al fine di spuntare interessi più alti (fino al 12% annuo).
Exrade, con sede a Trento, nasce nel marzo 2011 da Luigi Telesca, già fondatore della piattaforma di gestione finanziaria per PMI Trakti. Parzialmente finanziata dalla Commissione Europea nell'ambito del progetto ONE (Open Innovation Environment), si tratta di una startup multiservizio con lo scopo ultimo di creare valore per le imprese, facilitandone contatti, collaborazioni, condivisione di risorse e alleanze strategiche. Il tutto da ottenersi tramite l'automazione del business, in particolar modo delle trattative. Di ogni tipo: rivolta a principianti e professionisti, team esordienti e solidi studi associati, PMI e multinazionali, eXrade è infatti dotata di un motore di negoziazione in grado di supportare diversi protocolli di transazione, così da coprire i più disparati modelli di business e soddisfarne le rispettive esigenze.

Le due vincitrici si sono aggiudicate un premio in denaro di 25mila euro, una sessione personalizzata di startup coach (su temi caldi quali fundraising, strategia, go-to-market, branding) e un workshop a Londra, con visita ai due acceleratori Level39 e Startup Bootcamp FinTech. In aggiunta a questi, la possibilità di ottenere una membership di un anno offerta da Level39, di essere selezionati per il programma Startup Bootcamp FinTech, e soprattutto di incontrare (e convincere) gli investitori della City.

«Sono le startup la linfa vitale per l'innovazione in ogni settore e quanto sta accadendo con il fintech ne è la conferma» è il commento del direttore generale di CheBanca! Roberto Ferrari. I numeri, del resto, gli danno ragione: le startup fintech attive in Italia sono 115, con prevalenza al Nord (che ne ospita il 77% di cui 42 in Lombardia, 13 in Emilia-Romagna e 7 in Piemonte) seguito da Sud (12%, 7 in Campania) e Centro (11%, 12 nel Lazio). Quasi la metà di esse è dedicata al crowdfunding (che include la raccolta di denaro dal pubblico sotto forma di donazione, investimento e capitale di rischio), il 16% si occupa di servizi bancari, il 12% di pagamenti, il 9% di e-commerce e il 4% di sicurezza.

Un'evoluzione, quella del settore fintech, riscontrabile year on year: secondo i dati di CB Insights e Smartmoney, nel 2015 è stato investito circa il doppio dell'anno precedente, arrivando a 22.3 miliardi di dollari a livello globale, di cui 1.8 in Europa. L'Italia non è rimasta a guardare e ha investito 33.6 milioni di euro, più del quadruplo rispetto ai 7.15 milioni del 2014. Non è tutto: secondo una recente analisi di Accenture, il primo trimestre del 2016 si è chiuso con 5.3 miliardi di dollari iniettati nel settore; un aumento del 47% rispetto allo stesso periodo del 2015 che lascia presagire un altro golden year per il fintech.

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