L'agricoltura si rinnova con il crowdfunding. Woop food, lanciata lo scorso mercoledì al Seed&chips di Milano, è la prima piattaforma di micro-finanziamento a ricompensa (reward) per la piccole imprese della filiera agricola italiana. Le società che mirano a un'espansione dell'attività o a nuovi prodotti agroalimentari possono lanciare una campagna di finanziamento dal basso, incassando somme dai 5 ai 2mila euro.
Il premio varia poi a seconda della generosità dei donatori, secondo lo schema già sperimentato da colossi come Indiegogo e Kickstarter. Alessandro Corti e Andrea Sartorio, fondatori di Woop food, spiegano che il filtro di selezione per i progetti è duplice: l'impatto ecosostenibile dell'attività o un certo tasso di innovazione, sotto forma di tecnologie applicate al ciclo produttivo. Merce ancora rara, nello scenario delle startup italiane: sulle oltre 5.800 imprese registrate nel database delle Camere di Commercio, solo una quota minima si dedica alla «agricoltura» in senso stretto.
La spinta dalla Rete può portare sia a sostenere i piccoli business sia a garantire una vetrina in più a produzioni di nicchia, ferme al chilometro zero o distribuzione locale. «Del resto le aziende che selezioniamo devono differenziarsi per sostenibilità, tradizionalità, biodiversità e tracciabilità – dicono Corti e Sartorio - Cerchiamo, inoltre, imprenditori agricoli innovativi, avvezzi all'utilizzo di tecnologie ed autonomi nell'utilizzo di strumenti e canali di comunicazione digitali». Come in tutti i sistemi di crowdfunding reward-based, la società genera il suo fatturato con le fee raccolte a fine campagna.
La somma è a carico del proponente del progetto, con una quota che potrebbe variare a seconda della cifra raggiunta. «Attualmente le fee sono 7,5% sui progetti di crowdfunding puro e il 15% sui progetti con obiettivo il pre ordine – dicono i fondatori - Queste percentuali però potrebbero cambiare a seconda dell'evoluzione della piattaforma e dei feedback ricevuti dal mercato». Woop food, oggi composto da un team di sette persone, è nata con il capitale minimo richiesto (10mila euro) e non ha ancora affrontato un round di finanziamento per espandersi. Corti e Sartorio stanno svolgendo colloqui con investitori per individuare un finanziatore adatto alla piattaforma. Il target ideale è un finanziatore interessato a «salvaguardia delle realtà agricole italiane», con competenze sui trend dell'innovazione e un network internazionale alle spalle.
© Riproduzione riservata