Nella battaglia infinita fra le big company americane e l'Unione Europea c'era una sfida aperta che ora sembra esser giunta a una conclusione. Alphabet (Google), Facebook, Microsoft e Twitter hanno trovato un accordo con l'Unione Europea circa la rivisitazione (o la rimozione, se necessario) di contenuti che incitano all'odio o al terrorismo entro 24 ore. Un risultato attesissimo a Bruxelles, considerata la minaccia crescente del terrorismo in Europa.
Le aziende americane hanno accettato un codice di condotta comune che prevede di esaminare le denunce circa il comportamento degli utenti.
L'iniziativa era in ballo da tempo, ma dopo i fatti di Parigi e Bruxelles ha subito l'accelerazione definitiva. Anche perché parte della cellula terroristica che ha attaccato il cuore dell'Europa ha utilizzato canali come i social network per comunicare e pianificare gli attentati.
«I social media, purtroppo, sono fra gli strumenti che i gruppi terroristici usano per radicalizzare il loro sentimento fra i giovani e per diffondere violenza e odio» ha detto Vera Jourova, Commissario europeo per la giustizia, la tutela dei consumatori e l'uguaglianza di genere. «Questo accordo – ha poi aggiunto - è un importante passo avanti per garantire che Internet rimanga un luogo di espressione libera e democratica, in cui sono rispettati i valori e le leggi europee».
L'impegno delle aziende coinvolte è quello di reprimere qualsiasi informazione illegale inviata o postata dagli utenti con indirizzo IP con sede in uno Stato membro o comunque accessibile agli utenti di qualsiasi Paese europeo. C'è da dire che un impegno simile da parte dei social network è già in essere, ma le tempistiche non sono certe e molti contenuti sfuggono al controllo. Solo nel 2015, ad esempio, Twitter ha rimosso più di 125mila account legati al terrorismo. Grazie all'accordo odierno, gli sforzi saranno razionalizzati in tutto il settore.
«Il nostro impegno primario è quello di non interrompere il flusso di tweet. Tuttavia, vi è una chiara distinzione tra la libertà di espressione e le condotte che incitano alla violenza e all'odio» ha detto Karen Bianco, responsabile delle politiche pubbliche in Europa di Twitter.
L'impegno delle big tecnologiche, inoltre, è quello di lavorare insieme all'UE identificare e screditare i contenuti estremisti promuovendo le cosiddette “contro-narrazioni” e sostenendo programmi educativi che incoraggiano il pensiero critico. L'idea comune è quella di educare gli utenti circa il comportamento da tenere online.
La direttrice per la politica pubblica e le relazioni governative di Google, Lie Junius, ha dichiarato: «Il nostro impegno è garantire alle persone l'accesso all'informazione tramite i nostri servizi, ma da sempre vietiamo qualsiasi illecito incitamento all'odio sulle nostre piattaforme. Disponiamo di sistemi efficienti per esaminare le richieste giustificate e rimuovere i contenuti illegali entro 24 ore. Siamo felici di cooperare con la Commissione per sviluppare approcci improntati alla co-regolamentazione e all'autoregolamentazione al fine di combattere l'incitamento all'odio online».
Dal canto suo, Monika Bickert, capo del settore strategico globale di Facebook, ha affermato «Ci compiacciamo per l'annuncio odierno. Su Facebook non c'è posto per i discorsi di incitamento all'odio».
Qualche critica arriva dal AJC Transatlantic Institute, che ha accolto con favore l'accordo ma – attraverso le parole del direttore Daniel Schwammenthal – ha esortato i social network a diventare «più trasparenti circa il loro processo di revisione e rimozione dei contenuti».
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