Con una delle operazioni finanziarie più importanti della storia del mondo hi-tech, Microsoft compra LinkedIn ed entra con prepotenza nel mondo dei social network. Il colosso di Redmond stacca un assegno da oltre 26 miliardi di dollari (26,2 per la precisione, 196 dollari per azione, in contanti) e si porta a casa la piattaforma per profili professionali più grande al mondo. Un'operazione tenuta nascosta con grande abilità fino all'annuncio odierno.
La transazione odierna è stata approvata all'unanimità dai Cda di entrambe le società e l'affare dovrebbe chiudersi entro la fine del 2016, dopo l'approvazione da parte degli azionisti di LinkedIn, la soddisfazione di alcune approvazioni regolamentari e di altre condizioni di chiusura.
Le parti in causa hanno fatto sapere che LinkedIn «manterrà il proprio brand distintivo, cultura e indipendenza» e il Ceo Jeff Weiner rimarrà al proprio posto, ma riferirà direttamente al numero uno di Microsoft Satya Nadella.
L'entusiasmo di Nadella
Proprio il Ceo di Microsoft, attraverso il blog ufficiale dell'azienda di Redmond, ha voluto esprimere tutto il suo entusiasmo: «Il team di LinkedIn – dice Nadella – ha creato un business fantastico incentrato sul collegamento fra professionisti di tutto il mondo. Insieme vogliamo accelerare la crescita di LinkedIn, ma anche quella di Microsoft Office 365 e Dynamics».
Perché Microsoft ha comprato LinkedIn
La mossa di Microsoft ha spiazzato un po' tutti, ma il colosso di Redmond ha ormai abituato ad operazioni del genere. Nel 2011 si portò a casa Skype con 8,5 miliardi. Nel 2013 comprò Nokia per 7,17.
Oggi LinkedIn. Ad analizzare bene l'operazione odierna si comprende bene che l'azienda vuole porre le basi su una strategia nuova e abbastanza solida. Qualche settimana fa Microsoft ha dismesso (cedendola) la sua area smartphone. Dopo l'acquisto miliardario di Nokia, datato 2013, Nadella ha deciso di invertire la rotta. Così Nokia tornerà a farsi i telefoni e Microsoft è libera di ripensare il suo futuro. Un futuro che, con l'acquisto di LinkedIn, sembra segnato. Nadella ha in mente di puntare tutto sul mondo professionale. Un mondo fatto di servizi e tecnologie. Microsoft ha gli strumenti giusti (a partire da Office 365 - la versione cloud della sua famosa suite - fino a Windows 10 e alle piattaforme come Dynamics). Inoltre è fra le aziende leader in ambito di cloud computing, insieme ad Amazon. L'intento, allora, sarà quello di intersecare questi servizi a LinkedIn, così da creare un concentrato incredibile per il mondo lavorativo. Una scommessa che ha buone basi di partenza e che apre nuovi scenari.
Perché LinkedIn ha ceduto
Di certo, un'offerta da 26,2 miliardi di dollari non capita tutti i giorni. Ma in questa trattativa, i dati dell'ultima trimestrale hanno giocato a favore di Microsoft. Per LinkedIn l'ultimo trimestre del 2015 si era chiuso con un rosso pari a 8,4 milioni di dollari (2,9 milioni gli utili nello stesso periodo dello scorso anno).
“I dati dell’ultima trimestrale hanno giocato a favore di Microsoft: per LinkedIn l'ultimo trimestre del 2015 si era chiuso con un rosso pari a 8,4 milioni di dollari ”
Un dato che aveva deluso gli investitori. Colpa della concorrenza e di un mercato del lavoro in ripresa, dicevano gli analisti.
L'incognita Facebook
Ma sul futuro di LinkedIn, aleggiava (e aleggia ancora) l'ombra pesante di Facebook. Mark Zuckerberg ha messo da tempo gli occhi sul settore professionale. LinkedIn negli ultimi anni è cresciuto in modo importante, raggiungendo i 400 milioni di utenti a fine 2015. E a Menlo Park da ormai un paio d'anni studiano strategie concorrenziali, partendo dal punto fermo di Zuckerberg: prendersi tutto. Facebook ha da poco introdotto “Facebook at Work”, un servizio ancora in evoluzione che ha tutte le carte per competere con LinkedIn: da una parte una serie di servizi per le aziende, dall'altra il social network per veicolare domanda e offerta di lavoro. Qualcosa di molto simile a quello che ha in mente Nadella per il nuovo corso di LinkedIn. Il futuro dei social professionali sembra tracciato: servizi e connessioni in un'unica piattaforma.
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