A Los Angeles oggi inizia l'E3, la più importante fiera di videogame al mondo, e gran parte dell'attenzione riguarderà i nuovi titoli per la realtà virtuale e aumentata. Microsoft ieri ha svelato la sua piattaforma per la realtà virtuale chiamata project Scorpio. Presentata come la più potente macchina da gioco per la Vr andrà a competere con Sony, più avanti nello sviluppo, già pronta a lanciare ad ottobre il suo visore PlayStation VR. Nell'arena anche Oculus e HTC con i loro stand e relativi caschi presidiano la manifestazione.
A trainare il mercato però non ci sono solo applicazioni ludiche. Basta vedere la rilevazione degli investimenti sulla realtà virtuale ed aumentata di Cbinsights.com per avere un'idea di quanto è promettente il business legato a queste nuove tecnologie: dai 47 milioni di dollari del 2011 si è passati a 1,1 miliardi di dollari di investimenti del primo trimestre del 2016. E anche se in questi primi mesi dell'anno la parte del leone l'ha fatta Magic Leap, la startup che ha raccolto altri 800 milioni raggiungendo 1,4 miliardi, versati tra gli altri da Google, Alibaba, Morgan Stanley, JP Morgan e Warner Bros., i restanti 300 rappresentano pur sempre la metà di quanto era stato investito l'anno scorso.
I settori che potranno essere rivoluzionati sono molteplici, come dimostrano gli investimenti più recenti: la svizzera Mindmaze, che ha sviluppato hardware e software per aiutare le vittime di ictus a riacquisire funzioni perdute attraverso esercizi motori in realtà virtuale, ha appena raccolto 100 milioni di dollari dalla londinese Hinduja Group, superando la quotazione di 1 miliardo (ed entrando nel club dei 4 «unicorni» del settore, insieme a Oculus, Magic Leap e Blippar).
La californiana Wevr che ha appena lanciato Transport, un network per la creazione e fruizione di contenuti che vanno dal giornalismo all'intrattenimento, si è assicurata da poco 25 milioni da un gruppo di investitori tra cui HTC, Samsung, Ame Cloud Ventures, Boldstart Ventures e Dragoneer Investment Group. Infine l'inglese Improbable ha ricevuto 22 milioni da Chris Dixon e Andreessen Horowitz per sviluppare la sua piattaforma software con cui creare immensi mondi virtuali in tempo reale sfruttando la potenza di server collegati in rete, proponendo così una soluzione per simulazioni utili a settori come difesa, gestione di città e grandi infrastrutture.
Gli esempi sono solo la punta di un iceberg globale composto, secondo Angel List, da 690 startup con una valutazione media di 4,5 milioni di dollari l'una: c'è chi vuole usare la realtà virtuale per viaggi in luoghi normalmente inaccessibili alle masse (realities.io), chi propone simulatori per i chirurghi di domani (Osso VR), chi propone telecamere per riprendere gli ambienti 3D e costruire spazi visitabili virtualmente (Matterport), chi sta sviluppando i primi guanti per vedere e usare le proprie dita anziché joystick nella realtà virtuale (Manus Machina) e chi pensa a trasformare le visualizzazioni di dati in elementi tridimensionali (RatLab).
L'offerta è talmente ampia che Digi-Capital ha corretto al rialzo la previsione di fatturato globale del settore nel 2020 a 120 miliardi di dollari. Una stima che forse risente dell'euforia del momento, ma lascia immaginare il potenziale di crescita
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