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L’aviazione Usa invita a non portare Note 7 a bordo. Per Samsung…

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rischio esplosione

L’aviazione Usa invita a non portare Note 7 a bordo. Per Samsung perdite già altissime

(Ansa/Ap)
(Ansa/Ap)

Doveva essere l'antagonista principale di iPhone 7. Uno smartphone che per design e caratteristiche aveva tutte le carte in regola per sfidare il top di gamma di Cupertino. E invece il Note 7 rischia di passare alla storia come il più grande insuccesso di Samsung. Il device, a causa di una batteria che è esplosa in più di un'occasione (35 casi accertati), è stato ritirato dal commercio una settimana fa, con la casa coreana che ha richiamato alla base i circa 2,5 milioni di pezzi venduti in tutto il mondo. Storia finita? Tutt'altro. Quello che hanno ribattezzato “batterygate” continua a produrre un'eco mediatica che rischia di incidere pesantemente sul fatturato di Samsung.

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Prima tre compagnie aeree australiane (Qantas, Jetstar e Virgin Australia), poi addirittura la Federal Aviation Administration degli Stati Uniti d'America, hanno lanciato il loro monito, sconsigliano l'utilizzo del Note 7 a bordo degli aerei. Il motivo è sempre uguale: il rischio esplosione, che a bordo di un volo potrebbe avere conseguenze ben più drammatiche rispetto a quelle causate dalle esplosioni dello smartphone di Samsung in queste settimane.

La Faa americana, con uno statement ufficiale pubblicato sul sito e sul proprio canale Twitter, invita i passeggeri che si accingono a salire a bordo di un aereo in volo negli Stati Uniti d'America a non utilizzare Samsung Note 7, a non caricarlo in volo e a non conservarlo in un bagaglio da stiva. Una serie di istruzioni che, di fatto, sono un divieto celato per lo smartphone made in Seoul.

Stessa misura per le tre compagnie australiane che già due giorni fa, anticipando la FAA statunitense, avevano preso la decisione di bandire il Note 7 dai loro voli (i passeggeri possono portarlo con sé ma deve rimanere spento sin dall'ingresso in aereo).

Samsung Australia aveva deciso di non commentare questa decisione. Oggi che l'invito a non portare a bordo un Note 7 arriva dall'agenzia federale americana, probabilmente l'azienda coreana sarà costretta a prendere una posizione ufficiale, come del resto ha già fatto nei giorni scorsi ufficializzando il blocco delle vendite e la sostituzione del device per chi ne ha già acquistato uno.

Ma chi ha ancora un Note 7?
La posizione ufficiale dell'aviazione Usa e delle compagnie aeree australiane, tuttavia, ha acceso nuovi dibattiti. L'invito a non portare Note 7 a bordo degli aeree è un colpo bassissimo per Samsung, costretta ad incassare senza grandi difese. Ma c'è chi si chiede se era realmente necessario, considerato il ritiro e la sostituzione dei device. Quanti sono gli acquirenti che non hanno ancora restituito il device (per altro costoso). Un interrogativo che rimane.

Apple e Huawei gongolano
A trarre beneficio dal batterygate sono senza alcun dubbio Apple e Huawei. Il primo è il rivale storico di Samsung, che proprio in questi giorni neri per il colosso coreano arriva sul mercato col nuovo iPhone 7. Poi i cinesi di Huawei, sempre più terzi incomodi di questo duello, che hanno dichiarato apertamente di puntare a diventare i primi produttori di smartphone al mondo e che in questi giorni hanno presentato il loro modello Nova. Quanto perderà Samsung da questa storia del Note 7 è difficile da ipotizzare. Le prime cifre, riportate da Bloomberg, stimano che solo la sostituzione dei 2,5 milioni di device già venduti costerà all'azienda coreana 1 miliardo di dollari. Ma come ha dichiarato proprio a Bloomberg Chang Sea Jin, docente presso l'Università di Singapore «il potenziale danno alla reputazione di Samsung è di gran lunga maggiore delle perdite finanziarie a breve termine». E a guardare il Note 7, il suo design e le sue caratteristiche, sembra veramente un peccato.

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