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La californiana Amgen sceglie Genenta Science e l'ospedale San Raffaele

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La californiana Amgen sceglie Genenta Science e l'ospedale San Raffaele

Il biotech italiano piace agli Usa. La dimostrazione è arrivata ieri notte dalla firma dell'accordo tra la californiana Amgen, la numero uno del biotech mondiale con un fatturato di oltre 21 miliardi di dollari, la start-up milanese Genenta e l'Ospedale San Raffaele sarà il centro di una collaborazione strategica per la sperimentazione di un'innovativa terapia genica contro i tumori basata su cellule staminali. La collaborazione, per la quale rimane riservato l'impegno economico americano, mira allo sviluppo e al potenziamento della sperimentazione clinica della cosiddetta terapia genica Hsc, che utilizza cellule staminali per contrastare lo sviluppo dei tumori direttamente nel paziente.

“I risultati dei testi clinici per la terapia genica Hsc ottenuti presso il Tiget-San Raffaele sono molto incoraggianti e hanno aperto la strada all'esplorazione di nuove strade per modificare il gene Hsc e, piuttosto che sostituire i geni difettosi, istruire le cellule a combattere meglio i tumori – spiega Luigi Naldini, direttore del Tiget, l'Istituto Telethon per la terapia genica presso il San Raffaele di Milano, - La collaborazione con Amgen porterà competenze e risorse cruciali per valutare nuovi approcci di cure oncologiche”.

Oltre a una speranza per i pazienti, l'operazione è anche un ottimo segnale di salute per il settore biotech italiano. “Portare il numero uno del big biotech al mondo, in Italia a fare terapia genica, che come sia è la frontiera più avanzata della ricerca contro il cancro, è un risultato che va oltre Genenta – spiega Pierluigi Paracchi, Ceo della startup milanese che ha racentemente raccolto 10 milioni di euro nell'ultimo round di investimenti - Premia anni di ricerca di Luigi Naldini e del suo gruppo e mostra che abbiamo scienziati e ricercatori al top mondiale, porta Milano e la Lombardia nelle rotte principali del biotech”.

I precedenti. Il percorso di Genenta sembra fare così tesoro del successo dell'operazione Eos, l'altra start-up lanciata da Silvano Spinelli, Gabriella Camboni, Ennio Cavalletti e Jacques Terrillat e con Paracchi come investitore che è stata venduta per 420 milioni di dollari all'americana Clovis Oncology. C'è da sperare che il ciclo non solo continui ma altre aziende italiane seguano questa via.

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