
Scali portuali e trasporto merci non saranno «attraenti» come altri business che scaldano la Silicon Valley. Ma, di sicuro, sono tra i più redditizi: Flexport, startup Usa di trasporti via Cargo, ha chiuso il 2015 con un ammontare di finanziamenti pari a 26,9 milioni di dollari da 53 investitori. Un exploit che ha permesso all’azienda, fondata a San Francisco dall’attuale Ceo Ryan Petersen, di moltiplicare di 16 volte i volumi delle merci trasportate l’anno scorso e toccare i picchi del 2016: 700 clienti, 64 paesi coinvolti nell’attività e un valore complessivo dei prodotti a bordo che si spinge fino a 1,5 miliardi di dollari. Come funziona? La società offre un software che permette di indicizzare tutti i vettori disponibili in un database unico, con possibilità di monitoraggio e ottimizzazione sullo svolgimento delle attività. Ad esempio si possono tracciare le rotte seguite dalle proprie merci, recensire l’efficienza della supply chain e sfruttare il flusso di dati per decidere dove indirizzare in futuro gli investimenti più corposi. Il raggio d’azione dei servizi coperti va dal trasporto aereo all’assicurazione delle merci, sempre secondo la logica di un controllo in tempo reale dei movimenti. L’intuizione di Petersen, già fondatore della web app per import-export ImportGenius, ha fatto breccia su un segmento ancora digiuno di startup come le spedizioni via cargo. Ma è l’intero mondo del “freight”, il trasporto merci, ad attirare sempre di più l’interesse (e gli investimenti) dei venture capitalist. Qualche esempio? Transfix, app sviluppata a New York per trasporti via camion e piccole corriere, ha chiuso solo lo scorso luglio un round serie B da 22 milioni di dollari che porta il totale della raccolta a 36,5 milioni di dollari. E, secondo dati di Cb Insight riferiti al 2014, gli investitori hanno messo sul piatto l’equivalente di 359 milioni di dollari nell’arco di un anno per 63 operazioni M&A nell’industria dei software dedicata a logistica e supply chain. Un trend che si rispecchia nella analisi di Damiano Frosi, ricercatore dell’Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano (si legga l’articolo sopra): a trovare sbocchi sono, soprattutto, la startup che lavorano su digitalizzazione e ottimizzazione di business già avviati. «L’e-commerce cresce e la logistica cresce di conseguenza, in particolare nel mondo dei corrieri – dice Frosi – Le startup possono servizi ad aziende tradizionali che fanno fatica a stare al passo».
© Riproduzione riservata