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Milano e poi Roma. UberEats si espande ma per Uber non sarà facile

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Milano e poi Roma. UberEats si espande ma per Uber non sarà facile

Il mercato italiano delle app di consegna di cibo ha accolto l’ultimo sfidante: UberEats, il sistema di food delivery lanciato da Uber e appena sbarcato a Milano con un network di oltre 100 ristoranti. Una prima tappa che potrebbe essere seguita dall’espansione su Roma e altri centri nevralgici per un business che sta dimostrando di poter crescere anche nella Penisola. Secondo dati del Osservatorio Nazionale sul mercato del Takeaway in Italia, sviluppato da Just Eat (si legga l’articolo sopra) in collaborazione con GfK Eurisko, il mercato della consegna a domicilio online gode di un bacino teorico di oltre 7 milioni di persone e di una quota del 19% di consumatori «intenzionati a fare acquisti dal Web». Per non parlare di grandi benchmark come gli Stati Uniti, dove un’indagine Morgan Stanley ha stimato un giro d’affari da 11 miliardi di dollari di vendite e prospettive di crescita fino a un volume di 210 miliardi di dollari. Non che sia facile guadagnare spazi in un terreno già presidiato da marchi come lo stesso JustEat o Foodora, soprattutto in un periodo di turbolenze sui diritti contrattuali e retributivi dei fattorini. Senza contare un problema più strutturale: il Web, a quanto emerge dall'Osservatorio, non è ancora riuscito a imporsi come un canale preferenziale per le consegne. L’Italia e Milano offriranno un menù enorme di possibilità, ma ad oggi appena il 2% degli intervistati fa i suoi acquisti online, contro il 39% di chi rimane fedele al telefono. Cosa differenzia UberEats dalla concorrenza? Il modello di business è simile e si regge sul prelievo di una commissione dai ristoratori per ogni consegna. La differenza sta nella funzione svolta a monte: UberEats rivendica un ruolo di intermediazione pura, dove i corrieri si muovono in forma volontaria, senza elementi distintivi come casacche e loghi. La app si limita a fare da raccordo e a semplificare l’operazione con un sistema chiaro e fruibile. L’incognita di fondo resta quella che ha già incalzato la concorrenza: la ricerca di un sistema redditizio nonostante i margini esili di guadagno e l’ampia offerta di competitor. Negli Usa Uber ha appena annunciato sulla sua newsroom (newsroom.uber.com) un aumento dei prezzi di consegna per sostenere «velocità ed affidabilità di servizio» nelle aree con più domanda e meno supporto. Il margine extra, come precisato dalla società, sarà utilizzato per incentivi finanziari ai partner e sostenibilità dei costi operativi sul medio periodo.

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