4/8 Scontro sul quantitative easing
La Germania torna a mettere sotto pressione Mario Draghi e le sue scelte di politica monetaria per cercare di ridare fiato all'economia. È stato il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, ad ammonire il presidente della Banca centrale europea a non puntare a modificare le scelte già concordate: «È fondamentale che le preoccupazioni per la stabilità finanziaria o per la sostenibilità delle finanze pubbliche non portino a posporre l'uscita dalla politica monetaria ultra-espansiva». In altre parole la Bce non deve rimettere in discussione la proroga del quantitative easing, il riacquisto di titoli di Stato da parte della Bce per fornire maggiore liquidità alle banche che i tedeschi non hanno mai digerito del tutto, oltre le scadenze già indicate. Secondo Weidmann l'inversione di tendenza, dopo anni di espansione monetaria senza precedenti, «deve decidersi esclusivamente sulla base degli sviluppi dell'inflazione». Opinioni dello stesso tenore sono state espresse dal Consiglio dei cinque saggi del Governo e Deutsche Bank.
Fino a quando è prevista la prosecuzione del quantitative easing?
La risposta nell’ultima scheda
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