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Collaborazioni scientifiche, i cento centri al top nel mondo. Istituto…

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RAPPORTO NATURE

Collaborazioni scientifiche, i cento centri al top nel mondo. Istituto di Astrofisica al secondo posto

La collaborazione internazionale, nella Scienza, fa tanto bene e viene praticata soprattutto dai migliori Istituti ed enti di ricerca del mondo.
Sembrerebbe ovvio, quasi un gioco di parole, è invece, dati alla mano, quel che l'importante e ascoltata rivista Nature dimostra con un rapporto diffuso oggi, costato un anno di lavoro di un gruppo di specialisti che hanno stilato la classifica delle 100 migliori istituzioni nel mondo, per quanto riguarda appunto le collaborazioni internazionali e la produzione scientifica.

L'Italia piazza, in un magnifico secondo posto, l'Istituto Nazionale di Astrofisica, Inaf, al quarantaduesimo l'Istituto di Tecnologie di Genova, IIT, mentre l'unica Università presente nella classifica generale è quella di Padova, al settantaduesimo posto. La Francia, per fare un confronto, fra i primi 100 ne piazza 9, compreso il primo classificato, che è il Consiglio Nazionale delle Ricerche d'oltralpe, CNRS, che per la verità stacca gli astrofisici italiani per meno dell'1%, un soffio. I nostri vicini tedeschi piazzano “solo” 5 istituti fra i primi 100.

Il documento prodotto, Nature Index Collaborations 2016, viene redatto dal 2014 e val la pena di scorrere assieme i primi 10 posti, estremamente indicativi della realtà globale della scienza oggi. Nei primi posti quindi troviamo i francesi del CNRS, poi l'italiano Inaf, il grande centro di ricerca di fisica del CERN di Ginevra, L'Accademia delle Scienze Cinese, Cas, la potente Max Planck Society tedesca, l'americana e conosciutissima Nasa, l'Università cinese di Tianjiin, l'Università di Harvard, Usa, l'Osservatorio astronomico Europeo, Eso, e il Caltech, il leggendario Istituto di tecnologie della California.

Nella classifica mondiale insomma l'Europa c'è, e bene, e l'Italia anche, con una non numerosa ma certo qualificata presenza: ricordiamo che stiamo parlando dei 100 migliori al mondo e che gli altri presenti sono, quanto meno molto più ricchi dei nostri ricercatori: ad esempio la Max Planck Society tedesca ha, da sola, molti più fondi dell'intero settore italiano della Ricerca. Dall'esame del dettagliatissimo documento si possono poi capire altri importanti aspetti della ricerca internazionale. Per primo che i due attuali pesi massimi al mondo, Cina e Usa, sono molto collaborativi fra loro, specialmente in temi di interesse comune per il loro proprio sviluppo, come l'inquinamento e il Global Warming, il riscaldamento del pianeta. A riprova di quanto detto all'inizio questi sono anche i due Paesi che hanno il maggior numero di lavori scientifici di altissimo livello, oltre ai maggiori impegni di fondi per la ricerca di base e finalizzata.

Districandosi fra le tabelle si trova anche un altro evidente, e preoccupante, dato: il Regno Unito collabora in modo molto fitto con istituzioni ed Università del continente europeo e la Brexit dalla scienza potrebbe costare tantissimo alle Università britanniche, si parla di 1 miliardo di euro anno. D'altronde la blasonatissima Cambridge riceve il 20 % del suo budget da progetti europei e Oxford il 23%, perdere percentuali di questo genere è roba da far tremare i polsi anche ai compassati Rettori inglesi. Altro interessante effetto messo in luce dall'inchiesta e raccolta dati di Nature è che, al livello dei singoli, sta aumentando in modo significativo l'utilizzo dei social networks per scambiare opinioni e trovare collaborazioni. C'era da aspettarselo.

“ Cina e Usa sono molto collaborativi fra loro, specialmente in temi di interesse comune per il loro proprio sviluppo, come l'inquinamento e il Global Warming”

 

Fra le collaborazioni internazionali bilaterali, oltre a Usa-Cina, che guida la classifica, importante seconda classificata è Germania – Usa praticamente a pari merito con Usa – U.K. All'ottavo posto su dieci citate, troviamo ancora il nostro Paese con la collaborazione Italia- Usa, “dominata dalle scienze fisiche” e per inciso ricordiamo che il maggior telescopio esistente, in Arizona, è il Large Binocular Telescope, collaborazione fra Italia, Usa e Germania.

Nelle classifiche parziali, ossia per disciplina, troviamo le Università di Bologna, Genova e Firenze, e il nostro CNR per la chimica. Fa poi piacere visto i recenti episodi che hanno interessato l'Italia Centrale, che l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, INGV, viene nella classifica per le scienze della Terra dominata da Nasa, che evidentemente non si occupa solo di razzi e stelle, al settimo posto, dopo illustri Istituzioni americane e cinesi, pure qui.

Ogni misura, specie nel campo della produzione intellettuale, può essere criticata, e anche questa pur se si basa sull'esame di migliaia e migliaia di articoli sulle 68 più accreditate riviste scientifiche e su questionari mandati per riprova a centinaia di ricercatori. Certo questa ci dice che le sfide sempre più globali e difficili che ogni disciplina scientifica pone, dalle scienze della vita alla fisica e chimica, solo per citarne alcune, richiedono la formazione di reti di relazioni e scienziati sempre più diffuse, sia nel livello locale che in quello globale. La scienza, da sempre, non ha confini, se non quelli della conoscenza.

Il rapporto può essere consultato nel sito www.natureindex.com

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