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Magia, miseria e mosche Ecco il nuovo Dishonored

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Magia, miseria e mosche Ecco il nuovo Dishonored

Sono passati quindici anni anni la bambina Emily Kaldwin è diventata una regina venticinquenne tosta e risoluta sempre con al fianco il solto Corvo Attano. Non abbiamo tempo per goderci il suo regno che durante una cerimonia compare sulla scena una pallida e segaligna Delilah Copperspoon, in pratica la zia che rivendica il trono e compie un colpo di stato. Delilah si rivela essere una strega esperta in magia nera e voi, dovrete sevliere se essere Emily o Corvo per ristabilire verità e giustizia. Questo l'incipit di Dishonored 2 (Playstation, Xbox e Steam), a quattro anni dall'uscita del primo capitolo, Arkane Studios tiene ben ferma la barra, non stravolge ma migliora un titolo che aveva già mostrato personalità e visione.

Cosa ci è piaciuto. Torna lo steam punk, l'olio di balena e il fascino vero dello stealth game. Su una struttura che già funziona gli autori hanno innestato una industrializzazione triste animata da miserie, mosche del sangue e solitudine. I personaggi che incontriamo sono ben caratterizzati come anche l'ambientazione. Dalle zozze strade di Dunwall infestate dai ratti si passa alle lussureggianti ed esotiche coste della decadente Karnaca. Ci sono le pale eoliche e il metallo e tanta troppa magia nera. Per apprezzarlo appieno, Dishonored va sorbito con pazienza e animo quieto. E' uno stealth game, va pensato.

Cosa non ci è piaciuto. L'intelligenza artificiale dei nemici è deludente. Ed è un peccato perché lo rende un videogioco come altri.

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