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Industria 4.0: robot, motori e sensori connessi via cloud con…

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Internet delle cose

Industria 4.0: robot, motori e sensori connessi via cloud con MindSphere

Una installazione ispirata a MindSphere nella hall del nuovo quartier generale di Siemens a Monaco
Una installazione ispirata a MindSphere nella hall del nuovo quartier generale di Siemens a Monaco

Siemens accelera lo sviluppo dell'internet delle cose per il mondo dell'industria, della manifattura avanzata e dell'automazione industriale. Il gruppo tedesco ha presentato MindSphere, un sistema operativo aperto per l'internet delle cose, basato su cloud. La scommessa è far nascere un ecosistema capace di favorire la trasformazione digitale delle imprese – di qualsiasi settore e dimensione – all'interno del quale le aziende possano trasformare i dati in informazioni. E le informazioni in strategie di business misurabili e di successo. Con tempi di implementazione ridotti al minimo e nessun impatto sui processi produttivi.

Che cos'è MindSphere
MindSphere è un sistema operativo per l'Internet delle cose aperto. Un'interfaccia raggiungibile via cloud, capace di connettersi ai dispositivi dei clienti. Immaginiamo una linea di produzione dove sono in azione robot e motori industriali. Il primo passo è connettere tali dispositivi a MindSphere. Questo risultato si ottiene sfruttando la soluzione per la connettività Siemens MindConnect, che promette di “mettere in linea” tutti gli asset aziendali “in modo semplice, con tempi ridotti e alto livello di scalabilità”.

Applicazioni pronte all'uso
Una volta connessi, i dispositivi inizieranno a trasmettere dati a Siemens MindSphere, e a popolare di informazioni l'internet delle cose dell'azienda. A questo punto entra in gioco il nuovo sistema operativo IoT, con le sue capacità di analizzare dati in tempo reale. Il sistema operativo permetterà alle industrie di raccogliere dati via cloud e analizzarli in modo immediato attraverso un kit di applicazioni per il business. Ci saranno “app” per tutte le fasi della filiera: dalla progettazione alla produzione, dalla manutenzione ai servizi.
Le applicazioni Siemens sfrutteranno fin da subito l'intelligenza artificiale di Watson, grazie a un accordo con Ibm. Tra i partner con cui Siemens sta sviluppando MindSphere ci sono anche Atos, Sap e Microsoft. Il modello di business prevede un costo di ingresso e costi variabili sulla base della dimensione dell'impresa e dei servizi utilizzati.

Un ecosistema con 800 milioni di link
In questo nascente ecosistema per gli oggetti connessi dell'industria dialogheranno motori, contatori, robot e sensori di ogni genere. Non solo dispositivi Siemens, ma anche dispositivi certificati di terze parti. La spinta verrà però soprattutto dal parco istallati del gruppo tedesco, che da sola vanta un parco clienti con 800 milioni di potenziali connessioni, cui si aggiungono 50 milioni di contatori (oltre che nell'automazione, Siemens è attiva anche nel comparto dell'elettrificazione).

L'accordo con Daimler e l'app store
MindSphere è disponibile e diversi clienti la stanno già utilizzando. L'ecosistema, però, evolverà man mano che (e se) crescerà il numero di aziende che decideranno di connettere i loro processi produttivi all'internet delle cose abilitato da MindSphere. Per accelerarne lo sviluppo, Siemens ha stretto un accordo con Daimler, il gruppo automobilistico tedesco che proprio con il marchio Mercedes-Benz sta attuando un programma di trasformazione digitale all'insegna dei principi dell'industria 4.0. Daimler sarà un laboratorio per MindSphere ed è probabile che contribuirà a sviluppare applicazioni di analisi e gestione dei dati che poi saranno integrate nell'interfaccia e messe a disposizione di tutti. Nel corso del 2017 sarà aperto anche un “app store”, dove sarà possibile acquistare applicazioni certificate Siemens ma sviluppate da terze parti: dagli sviluppatori ai produttori di hardware per l'industria 4.0.

Cyber-sicurezza e proprietà dei dati
Uno dei possibili freni allo sviluppo verrà, dal punto dei vista delle aziende, dal timore di mettere a rischio dati strategici per il proprio business. Il futuro di MindSphere dipenderà dal grado di sicurezza offerto e percepito. Alla Siemens ne sono consapevoli. “Per noi – spiega su questo punto Peter Weckesser, COO Product Lifecycle Management di Siemens – non c'è differenza tra la sicurezza nel mondo fisico e la sicurezza nel mondo digitale. Da tempo per noi sono la stessa cosa”. Weckesser precisa poi che “i dati raccolti resteranno di proprietà del cliente, che potrà decidere fino a che punto renderli “open” e se, e cosa, mettere a disposizione dell'ecosistema”. Questo è un altro aspetto che sarà interessante seguire. Il machine data può creare valore. Per l'impresa. Ma anche per l'ecosistema. E non è detto che imprese concorrenti non trovino, su specifici aspetti dell'industria digitalizzata, interessi convergenti che favoriscano nuove pratiche di condivisione di informazioni.

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