7/10 “Dishonored 2” (Arkane Studios, Bethestda Softworks). Per Ps3, Ps4, Xbox 360 e Xbox One
Come per il cinema, è saggio un po' di scetticismo di fronte a sequel e prequel di videogiochi di successo; non di rado soddisfano esigenze di mercato più che necessità artistiche.
“Dishonored 2” è una splendida eccezione: è un ritorno nel mondo sintetico ideato da Viktor Antonov, già designer e concept artist illuminato su “Half Life 2” e, appunto, “Dishonored”. Ma non si limita a riprenderne il discorso; ne arricchisce trama, personaggi e soprattutto ambizioni.
Al giocatore è concessa la possibilità di scegliere quale dei due protagonisti manovrare, Corvo Attano – l'eroe del primo capitolo – o Emily Kaldwin, sua protetta. L'intrigo è politico come nel “Trono di spade”, le architetture della fantasiosa Karnaca meravigliano, e le abilità degli avatar protagonisti spaziano dal soprannaturale al taglio (di gola) chirurgico. Per concludere il gioco, gli avversari possono essere massacrati a viso aperto, con approccio stealth, oppure risparmiati dal primo all'ultimo. L'epilogo cambia a seconda delle scelte (morali) fatte. Serve altro?
Cosa ci è piaciuto: il level design ineccepibile, la libertà dell'approccio, gli ambienti e l'atmosfera di gioco. Al cinema, si direbbero “d'autore”.
Cosa non ci è piaciuto: muoversi agevolmente richiede esperienza. Combattere, una coordinazione da campioni. E non tutti lo sono.
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