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Assassin’s Creed: finalmente al cinema un film ispirato ai videogame

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Assassin’s Creed: finalmente al cinema un film ispirato ai videogame

Ci sono voluti 23 anni. E non sono pochi. Era dall’uscita di Super Mario Bros, diretto da Rocky Morton e Annabel Jankel e basato appunto su Super Mario Brothers che le trasposizioni cinematografiche di videogiochi di successo viaggiavano a corrente alternata. Senza mai convincere né deludere. Sono più di tranta i giochi ispirata dai videogame: ricordiamo Tomb Raider con Angelina Jolie, la serie Resident Evil e il pessimo Mortal Kombat. I primi a essere insoddisfatto, ca va sans dire, è stato il ristretto pubblico degli appassionati di videogame, molto critici e molto ortodossi nei loro giudizi. Eppure, ai botteghini queste storie non sono andate male, sopratutto negli ultimi tempi grazie anche a un maggiore bugdget investito e a una maggiore sensibilità di un pubblico che con il tempo è cresciuto sotto il profilo anagrafico. Warcraft, uscito nelle sale questa estate, ha incassato 430 milioni di dollari, un record nel suo genere.

La serie Assassin’s Creed parte da una aspettativa altissima. Come saga può essere paragonata a Guerre Stellari nel cinema. Templari, assassini, il salto continuo tra presente, passato e futuro: anche sul piano narrativa non c’è videogioco per complessità e contenuti paragonabile al gioco di Ubisoft. Per tutte queste motivazioni non deve stupire il cast e i tempi di produzione: cinque anni di lavorazione e attori di altissimo livello (Michael Fassbender, Marion Cotillard, Jeremy Irons, Brendan Gleeson, Charlotte Rampling, e Michael K. Williams). La produzione di Twentieth Century Fox nasce quindi ambiziosa e mette in scena non una trasposizione di un titolo ma una storia originale ambientata nello stesso universo dei videogiochi.

Assassin's Creed, il trailer

La trama.La storia è quella della setta degli assassini che combatte per il libero arbitrio dell'uomo contro l'ordine dei Templari. Fassbeder è Callum Lynch, un criminale che senza saperlo è l'ultimo erede di una lunga dinastia di assassini. Attraverso una tecnologia che permette di viaggiare nei ricordi conservati nel Dna, Lynch tornerà ai tempi dell’Inquisizione spagnola e tornerà a combattere i Templari.

La recensione. Quello che colpisce del film è lo sguardo del regista che non cerca di imbonirsi l’appassionato della serie di videogame ma utilizza le meccaniche del videogioco (gameplay) per dare vita a impressionanti scene d’azioni. Le corse sui tetti, i salti, le acrobazie, i combattimenti con le armi medioevali degli assassini sono tutti elementi fondanti del successo di Assassin’s Creed. Li ritroviamo su “pellicola” in modo naturale senza un utilizzo massiccio della computer grafica, senza quindi quel sapore di tecnologia digitale che ha sempre accompagnato questi progetti. Non c’è insomma il videogioco scimmiottato dal cinema ma il grande schermo che impara inquadrature e ritmo dal gameplay. Al centro della scena c’è però Michael Fassbender (bravo ma si piace moltissimo nel suo ruolo) e una trama che ha il merito di voler rendere omaggio a una storia enciclopedica. Quella del capolavoro di Ubisoft è un racconto videoludico che si sviluppa in un arco di tempo che va dalle Crociate a oggi toccando eventi storici e personaggi della Storia con un respiro di centinaia di ore di gioco giocate.

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