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Giornalismo online: i lettori preferiscono i long form ai video

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Giornalismo online: i lettori preferiscono i long form ai video

I video coinvolgono i lettori? No, a generare il maggior engagement sono i cosiddetti long form. Ovvero i contenuti più lunghi, composti da almeno mille parole. A dirlo è l'Authority report, uno studio delle performance dei media digitali realizzata da Parsely, azienda newyorchese che si occupa di analizzare la risposta del pubblico agli articoli pubblicati on line.
Stando al rapporto, realizzato prendendo in considerazione contenuti pubblicati tra il dicembre del 2014 e lo stesso mese dello scorso anno, nonostante siano stati a lungo indicati come la panacea di ogni male per l'editoria on line, i video risultano essere la soluzione peggiore per generare engagement. Ovvero interazioni del lettore con la pagina, ad esempio cliccando o scrollando. Cosa che avviene con un tasso del 30% inferiore rispetto ai contenuti cosiddetti normali. Ovvero meramente testuali e con una lunghezza compresa tra le 200 e le 600 parole.
Diverse le ragioni per cui, secondo Parsely, i lettori sono scoraggiati a “consumare” contenuti video. Ad esempio l'autoplay, che può portare ad abbandonare la pagina quando il filmato parte in automatico. Oppure i lunghi tempi di caricamento. Fatto sta che a generare un engagement quasi doppio rispetto alla media sono i long form. Un altro segnale del fatto che l'antidoto alle bufale e al clickbait sia il giornalismo di qualità? Non proprio.
Intanto, confrontando gli accessi ai siti di informazione tramite Google e Facebook, si nota come chi arriva dal motore di ricerca sia più propenso a lasciarsi coinvolgere dai long form. Mentre chi ha cliccato sul social network sembra più interessato a video, gallerie fotografiche e contenuti brevi, più affini alla natura della piattaforma di Palo Alto.
Ulteriore conferma di questa tendenza il fatto che i returning visitor, ovvero i visitatori già profilati dai cookie, abbiano un engagement maggiore con video e contenuti brevi. Dall'altra parte, però, i long form sono in grado di “catturare” nuovi lettori con un tasso del 10% superiore a quelli definiti normali. Di fondo, ma questo il rapporto non lo dice esplicitamente, sembra esserci l'idea che non esista una formula magica per riuscire ad attirare i lettori. La soluzione sta nel misurare le performance dei contenuti pubblicati. Che è esattamente quello che fa un'azienda come Parsely.

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