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Il prototipo di auto che vola è un drone gigante e nasce in California

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LA SFIDA TECNOLOGICA

Il prototipo di auto che vola è un drone gigante e nasce in California

Di auto che volano si parla da almeno trent'anni. Sono l'oggetto che, nell'immaginario collettivo, segna indiscutibilmente un'idea di futuro. E forse è anche per questo che nella Silicon Valley, patria dei giganti tecnologici e delle innovazioni più recenti, il trasporto di persone attraverso auto volanti è diventato un cruccio di molti imprenditori. Quanto ci sia di concreto dietro certe visioni è difficile dirlo con certezza. L'automotive è un settore sempre più digitalizzato, dove l'intelligenza artificiale sta entrando con prepotenza. Tuttavia rimane materia complessa e poco alla portata delle startup.

Il prototipo di auto volante in Silicon Valley

Il New York Times, tuttavia, racconta in un reportage di come un pomeriggio di qualche giorno fa, Cameron Robertson, un ingegnere aerospaziale che lavorava per una piccola società della Silicon Valley chiamata Kitty Hawk, ha guidato la sua “auto” volante sopra un lago panoramico a circa 150 kilometri a nord di San Francisco. L'uomo ha usato due joystick per comandare le oscillazioni del veicolo, rimanendo in quota a circa 15 metri dal livello dell'acqua.

Più che un'automobile, quella della Kitty Hawk è un prototipo di qualcosa di indefinito, costruito con pezzi di ricambio di altri mezzi. Un velivolo dal peso contenuto (circa 100 kg), con spazio a sufficienza per una persona, alimentato da otto eliche a batteria che fanno lo stesso rumore di un motoscafo. Se mai esisterà un'automobile che vola, insomma, sarà solo lontana parente di questa idea.

Va detto che in California più di una dozzina di start-up, supportate da figure come Larry Page, fondatore di Google, e grandi aziende aerospaziali come Airbus, non vogliono abbandonare l'idea di un'auto volante. Anche Uber è fra queste.

Gli approcci ai vari progetti sono spesso diversi, allineati alle visioni dei vari interpreti. L'idea comune, tuttavia, è sempre la stessa: credere che un giorno le persone possano pilotare le loro auto sui cieli delle città.

Ad essere realisti, gli ostacoli sono enormi. A partire dalle batterie, che oggi non possono sostenere voli di un certa distanza. Ma non è solo un fatto di tecnologie. Vanno tenuti in considerazione i costi, i regolamenti governativi e, infine, l'immaginario collettivo. Se da domani fosse in vendita un'auto che vola, che mercato avrebbe? Rischierebbe di attirare sogli gli appassionati del settore?

Per tornare alla Kitty Hawk, società sostenuta da Larry Page, secondo il New York Times sta cercando in ogni modo di essere la prima a vendere il proprio veicolo, con l'obiettivo di farlo entro la fine dell'anno. Lo stesso Page si è lasciato andare in una dichiarazione abbastanza sorprendente: «Abbiamo tutti il sogno di volare senza fatica. E sono entusiasta che un giorno, molto presto, potrò salire del mio Kitty Hawk Flyer per un rapido e facile volo personale».

L'azienda californiana è già al lavoro e sta cercando di attirare gli appassionati con una sottoscrizione di 100 dollari che darà diritto a 2000 dollari di sconti sul prezzo finale. Il CEO, Sebastian Thrun, ha parlato degli ostacoli legati ai regolamenti governativi: «Siamo in contatto con l'aviazione e vediamo i regolatori come amici. Credo che tutti debbano lavorare insieme per capire come le nuove tecnologie possano modellare il futuro della società» .

Oggi, per mantenere un alto livello di sicurezza gli ingegneri Kitty Hawk stanno testando il veicolo volante sull'acqua, ma l'azienda ha già dichiarato che il prodotto commerciale finale sarà diverso da questo prototipo e più silenzioso.

La concorrenza, per l'azienda californiana, è agguerrita. Come detto, il sogno di auto che vola riguarda non solo una mezza dozzina di start-up, ma anche il gigante Airbus. All'ultimo salone di Ginevra, la casa francese ha presentato un concept chiamato Pop.Up. Si tratta di un progetto di veicolo modulare, capace di muoversi su strada e in aria tramite sistemi di guida autonoma, pensato per le grandi metropoli. Obiettivo finale: il 2030.

Fin qui i fatti, i sogni e i progetti. Credere o meno ad un futuro fatto di auto che volano sulle nostre teste, però, rimane un pensiero fortemente soggettivo.

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