Non è un semplice tecnicismo, ma un’innovazione che ha portata storica: a partire da oggi le pagine web avranno un timbro che ne certifica in maniera incontrovertibile la data. A renderlo possibile è il bitcoin, la criptovaluta di cui si è tornato a parlare in questi giorni causa dei riscatti richiesti per “liberare” i file presi in ostaggio dai cybercriminali negli attacchi che hanno bloccato decine di migliaia di computer in tutto il mondo.
Ma al di là degli utilizzi illeciti il registro pubblico delle transazioni di bitcoin, la cossiddetta blockchain, garantisce la certezza dei dati registrati e ne preserva al tempo stesso l’immutabilità della storia delle transazioni. “Proprio su questa immutabilità si basa l’idea del timbro “data certa” - afferma Ferdinando Ametrano, docente di Bitcoin e Blockchain Technology al Politecnico di Milano e a Milano Bicocca -: è possibile infatti inserire all’interno di una transazione bitcoin un identificativo univoco, l’”hash value”, che caratterizza inequivocabilmente un certo insieme di dati, come se fosse l’incontrovertibile unica impronta digitale”.
In questo modo la marcatura temporale insita in bitcoin si trasferisce all’impronta digitale. “diventa quindi possibile in qualsiasi momento successivo provare che quell’insieme di dati esisteva esattamente in quello stato al momento della marcatura temporale”, prosegue Ametrano.
Pioniere di questa tecnica, chiamata “timestamping” o notarizzazione, è Peter Todd, uno degli sviluppatori bitcoin più noti a livello mondiale, che collabora anche con Riccardo Casatta, lo startupper italiano che con EternityWall sta utilizzandolo in diverse applicazioni. Insieme hanno standardizzato la metodologia in un protocollo aperto e open source, chiamato OpenTimestamps. L’ultima applicazione di questo protocollo è stata proprio quella di “notarizzare” tutti i contenuti di archive.org, l’archivio internet non profit che cataloga e conserva siti web.
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