Se qualcuno non avesse ancora capito che le criptovalute sono un investimento per persone dai nervi saldi ne ha avuto una conferma mercoledì notte. I possessori di Ethereum hanno visto il loro investimento dissolversi nei loro borsellini elettronici: la moneta digitale rivale del bitcoin che ha guadagnato più del 5.000 per cento da inizio anno, è crollata in pochi secondi da 317 dollari a 10 centesimi.
Quasi altrettanto rapidamente le quotazioni sono tornate sui livelli precedenti e stamane è quotata attorno a 330 dollari, confermando comunque la spettacolare rincorsa che l'ha portata una settimana fa a un picco a un soffio dai 400 dollari rispetto agli 8 di inizio anno.
Secondo quanto ricostruito da Adam White, vicepresidente di Gdax, la piattaforma di scambio di Ethereum che ha registrato il crash, sul suo blog un ordine di vendita di diversi milioni ha provocato una caduta da 317 a 224 dollari, provocando lo scatto automatico di almeno 800 ordini “stop loss”, le vendite automatiche innescate dal raggiungimento di determinate quote. Ethereum è una criptovaluta che per le sue caratteristiche viene utilizzata nell'ambito degli smart contracts, i contratti che si concludono in maniera automatica che stanno trovando diverse applicazioni.
Il crash rappresenta in ogni caso un monito agli investitori che stanno scoprendo le criptovalute, a partire dalla più famosa, il bitcoin, sull'onda di clamorosi rialzi che si stanno registrando. E che stanno dando vita al piazzamento sul mercato di nuove valute digitali, attraverso le cossiddette Ico, Initial coin offering, spesso con caratteristiche decisamente opache, ai limiti della vera e propria truffa.
I milioni di dollari svaniti l'altra notte in pochi secondi confermano la relativa immaturità dell'ecosistema di trading delle criptovalute, che devono la loro fortuna proprio al fatto di non avere un'autorità di emissione e di controllo.
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