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Facebook: al via entro l’anno la sperimentazione delle news a pagamento

(Marka)
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La sperimentazione sarà avviata entro la fine dell’anno con dieci partner editoriali nel mondo (tra cui l’Italia). Poi se i test andranno bene Facebook consentirà agli editori di offrire degli abbonamenti. Alex Hardiman, responsabile News Products di Facebook, un passato al New York Times, non è precisa sui tempi e lascia intendere che se le sperimentazioni non andranno a buon fine potrebbe anche non nascere nulla. Allo stato attuale sono due i modelli di pagamento che saranno testati da Facebook in partnership con gli editori. Il primo consentirà di leggere gratis fino ad un certo numero di articoli e poi scatterà il paywall. Il secondo è la modalità “freemium”, in base alla quale saranno gli editori a decidere quali contenuti offrire gratis sul social network e quali a pagamento.

La novità rispetto a quanto è stato annunciato a luglio è che il 100% dei ricavi andrà agli editori, e quindi il social network non tratterrà nessuna percentuale. Come mostrato in una serie di slide, la novità per gli editori è associata a Instant Articles. Introdotti nel maggio del 2015 sono una iniziativa di Facebook che consente agli editori di pubblicare gli articoli direttamente su Facebook senza rimandare ai siti che li hanno prodotti.

Sono contenuti, articoli, notizie ottimizzate per la visualizzazione da smartphone che vengono caricati in maniera molto più veloce e permettono quindi una maggiore leggibilità. Alex Hardiman ha assicurato che il pagamento sarà gestito completamente dagli editori e quindi non avverrà sui social. Anche la scelta su quali contenuti mettere a pagamento e quali no sarà oggetto di una trattativa tra i due soggetti.

Con questa iniziativa apparentemente Facebook, forte di un pubblico potenziale di due miliardi di lettori, tende la mano agli editori e lo fa anche sul versante “fake news”. Su questo fronte, assicura la piattaforma, in Italia sarà presto più facile e immediato segnalare eventuali bufale condivise.

L'impressione però è che sulla scia della Google Digital News Initiative anche Facebook si sia messa a lavorare seriamente a una sorta di “give back” per il mondo degli editori tradizionali, tradizionalmente tramortiti dallo strapotere di queste grandi piattaforme sovranazionali. Quando la sperimentazione sarà conclusa saranno più chiare a tutti le regole del gioco.

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