2/5 Quando la startup fa flop/Jawbone
Quando ha chiuso i battenti, nel giugno 2017, la startup dell'elettronica di consumo Jawbone aveva in cassa oltre 980 milioni di dollari di finanziamenti elargiti da nomi come JpMorgan, la società di investimento BlackRock e addirittura il Kuwait Investment Authority, il fondo sovrano del Kuwait. La fiducia ha finito per superare i risultati, perché l'azienda è arrivata a una valutazione di 3,2 miliardi di dollari nel 2014 senza raggiungere il suo obiettivo di fondo: guadagnare una quota di mercato almeno sufficiente nel segmento dei dispositivi indossabili, rappresentato nel suo caso da braccialetti connessi allo smartphone per tracciare dati di salute e attività di fitness. Jawbone è stata schiacciata dalla concorrenza di brand come Fitband, tra i principali marchi sul mercato dei wearable, finendo per perdere terreno sia sul fronte dell'avanzamento tecnologico che su quello della competitività dei prezzi. Ma c'è dell'altro. Secondo gli analisti, Jawbone è stata una delle (non rare) vittime del cosiddetto «overfunding»: un eccesso di finanziamenti che ha fatto lievitare troppo la valutazione, rendendone poco appetibile l'acquisto da parte di gruppi più strutturati.
© Riproduzione riservata