CiaoAldo, una piattaforma italiana di trasporti in condivisione, lancerà una raccolta di crowdfunding (raccolta fondi online) per aumentare la sua dimensione di mercato. Anche se l’azienda dichiara di voler «sfidare Uber e Airbnb», il suo modello è diverso da quello di entrambi: nel caso della startup italiana, la piattaforma mette in contatto gli utenti con una rete di driver, disponibili a guidare vetture altrui per la tariffa fissa di 10 euro all’ora. Basta digitare ora e luogo per visualizzare i conducenti attivi, associati a un rating che potrà essere espresso dagli utenti. Il target sono i clienti che non possono o non vogliono mettersi al volante da soli, per ragioni che vanno dalla sospensione della patente a problemi motori. La campagna di raccolta deve ancora essere definita nei dettagli, ma servirà a portare il servizio «a pieno regime» in Italia entro il 2018, in Francia e Spagna nel 2019 e nel resto d’Europa nel 2020. L’area dedicata a finanza e crowdfunding della startup, nata due anni ad Amsterdam, è gestita da Oida.
Il cambio di modello: si condividono gli autisti, non le auto
L’allusione a Uber e Airbnb serve a sottolineare il «cambio di paradigma» rivendicato dall’azienda: non si condividono corse (come su Airbnb) o si contattano autisti con mezzi proprio (come per Uber), ma ci si limita a contattare un sostituto alla guida del proprio mezzo. Oltre agli annunci più generici, la startup dice di avere identificato segmenti precisi di clientela. Maria Scaringella, cofondatrice e direttrice marketing della startup, fa notare che «in Italia ci sono 500.000 badanti autorizzate, di cui il 90% senza patente. Quando devono accompagnare i propri assistiti hanno bisogno di utilizzare taxi, Ncc o mezzi pubblici - spiega - Con aggravi di costi importanti o scomodità e perdite di tempo. Il nostro servizio rende il tutto più accessibile». Nell’ultimo anno, le attenzioni del team si sono concentrate sulla ricerca di autisti interessati al servizio per arrotondare. L’esito positivo ha spinto a tentare prima la via della sperimentazione e, ora, l’annuncio del crowdfunding. «Oggi sono migliaia i driver registrati ed abilitati disponibili già in quasi tutte le province italiane - dice l’attuale Ceo, Giusette Rossetto - Cosa ci ha spinto ad aprire il servizio qualche mese fa».
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