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5/5 Cosa rende vulnerabili i maggiordomi virtuali? Gli ultrasuoni

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    DA Siri A Google Assistant

    Da Google Assistant ad Alexa: che cosa faremo con gli assistenti vocali

    Le tecnologie di machine e deep learning e gli algoritmi di intelligenza artificiale hanno sensibilmente elevato le capacità dei sistemi di riconoscimento vocale. Ma la strada per avvicinarsi alla perfezione è ancora lunga. Vediamo a che punto sono arrivati i vari Siri, Google Assistant, Alexa e Cortana

    5/5 Cosa rende vulnerabili i maggiordomi virtuali? Gli ultrasuoni

    Si deve ai ricercatori dell'Università cinese di Zheijiang la scoperta di una tecnica per mettere sotto scacco Siri, Alexa e gli altri assistenti vocali. Quale? L'utilizzo di ultrasuoni, e quindi frequenze non udibili all'orecchio umano ma perfettamente percettibili dai microfoni dei telefonini e di altri dispositivi digitali, compresi i computer di bordo delle automobili. Sfruttando gli ultrasuoni, insomma, si potrebbero violare le protezioni del caso ed entrare in contatto con i vari maggiordomi virtuali e costringerli ad avviare la navigazione su siti pericolosi, a sbloccare antifurti o gestire in modo anomalo una serie di apparecchi.
    La tecnica in questione si chiama “Dolphin Attack” ed è stata applicata mutando la voce umana in frequenza di ultrasuoni (oltre i 20 Khz) e riproducendo il suono da un normale smartphone attraverso un amplificatore, con un trasduttore per gli ultrasuoni. Il tutto con meno di tre dollari. Difficile che qualcuno pensi a sviluppare su larga scala un sistema in grado di replicare l'esperimento. In ogni caso, i ricercatori hanno già suggerito una soluzione: modificare la ricezione dei microfoni dei dispositivi per ignorare qualsiasi segnale sopra i 20 Khz, cancellando ogni frequenza che non sia udibile dall'uomo.

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