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OnePlus corre veloce: nel 2017 raddoppia i ricavi a 1,4 miliardi di…

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IL PRODUTTORE DI SMARTPHONE

OnePlus corre veloce: nel 2017 raddoppia i ricavi a 1,4 miliardi di dollari

Il brand cinese OnePlus ha fatto della vendita diretta online, dei prezzi contenuti per prodotti top di gamma e del rapporto molto stretto con la community di utenti - 1,3 milioni di presenze nei diversi forum - le sue caratteristiche distintive nel panorama ultracompetitivo dei produttori di smartphone Android. Un modello di business, finora, vincente: il quarto anno di vita è stato il migliore.

La crescita è stata molto veloce, spinta dalla strategia, che sembra consolidarsi, di produrre due nuovi modelli all'anno di un unico prodotto flagship. OnePlus ha annunciato (concedendo al Sole 24 Ore l'esclusiva per l'Italia) i dati sui ricavi per il 2017: 1,4 miliardi di dollari, il doppio rispetto al risultato dell'anno precedente. Degli utili/perdite o dei margini non è dato sapere, anche se ovviamente la cosa sarebbe di un certo interesse, perché non rientra nelle policy dell’azienda. Non resta che registrare i progressi comunicati, quindi.

Nel 2013, quando OnePlus, base a Shenzhen, era ancora una startup, le revenue, pur sorprendendo, erano state decisamente più contenute: 300 milioni. In effetti le vendite attese, secondo l'azienda cinese, erano di soli 30mila device mentre invece si toccò addirittura quota 1,5 milioni.

Accelerazione impressionante, insomma, per la compagnia guidata dal fondatore e ceo Pete Lau (42 anni, ex numero uno della cinese Oppo) e dal giovane cofondatore, il ventottenne Carl Pei. «Negli ultimi dodici mesi, OnePlus 5 e OnePlus 5T (gli ultimi due modelli, ndr) sono diventati i nostri telefoni più venduti nei rispettivi periodi di lancio a giugno e novembre. Lo hanno testimoniato le centinaia di persone agli eventi europei di presentazione, in coda per essere i primi a mettere le mani su ogni dispositivo», è il commento di OnePlus nello statement che annuncia i risultati.

L'azienda sembra essersi così messa alle spalle le possibili ricadute negative degli inciampi che nel corso del tempo hanno ostacolato i suoi primi passi. Dalle diatribe legali sul sistema operativo con gli ex partner di Cyanogen (l'azienda cinese aveva ovviato producendosi in casa Oxygen, l'OS che monta ancor oggi sui suoi smartphone) alle accuse più recenti di presunto “spionaggio”.

Lo scorso anno lo sviluppatore indipendente e blogger Chris Moore aveva rivelato, infatti, che il software dell'azienda di Shenzhen tracciava in maniera eccessiva le attività degli utenti, inviando in Cina dati che spaziavano dal codice seriale del modello all'apertura e chiusura delle app alle informazioni sulla rete Wi Fi utilizzata.

OnePlus aveva replicato alle accuse sostenendo che i dati erano utilizzati per «un'analisi sull'utilizzo dei prodotti» al fine di consentire «una calibrazione ottimale del software in base al comportamento dell'utente». Una seconda tipologia di flusso di dati riguardava «le informazioni del dispositivo stesso» utilizzate «per fornire un supporto migliore al cliente». Lo stesso Moore aveva poi spiegato il metodo per evitare di essere tracciati, disinstallando lo OnePlus System Service.

Ora OnePlus può guardare al 2018 con un certo ottimismo. «Nel corso del 2017 abbiamo anche registrato anche un buon successo con gli operatori telefonici partner in alcune parti d'Europa: i nostri dispositivi continuano a battere record in Finlandia con Elisa e tariffe su misura sono state create per i clienti di O2 nel Regno Unito. Siamo interessati a cercare nuove partnership per incrementare la nostra presenza in altre parti d'Europa».

E ovviamente non mancano i rumor sul prossimo smartphone. OnePlus 6, secondo la tempistica già sperimentata, dovrebbe uscire sul mercato entro giugno, anche se Gizmochina ha scritto di un possibile anticipo addirittura a marzo, con il nuovo processore Snapdragon 845 di Qualcomm a bordo e sensori per le impronte digitali sotto il vetro del display.

@albe_

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