Apple vs Samsung, iPhone vs Galaxy. Sono lontani i tempi dei tribunali e delle battaglie su chi-ha-copiato-cosa-prima. Sette anni fa iniziava quello che è stato definito il processo del secolo dell’hi-tech con i calforniani che accusavano i coreani di violazione dei brevetti. L’anno scorso è stato aperto un nuovo processo per decidere il risarcimento dovuto a Cupertino. Ma per i due colossi sembrano ormai passati secoli. Oggi Samsung continua a fare affare con Apple. Gli schermi Oled dell'iPhone X pagati carissimi sono prodotti dai coreani. I due si punzecchiano nelle pubblicità ma tutto sommato in modo bonario. Peraltro con la famiglia Galaxy, Samsung ha trovato un design finalmente elegante e prezioso ma lontano dalle logiche da produttore di lusso della Apple. I margini degli iPhone sono irraggiungibili. Come ha dimostrato l'ultima trimestrale, i prodotti di Cupertino regalano magia e gioia pura soprattutto a chi ha investito nel titolo. Inoltre, le potenzialità di Face Id, il sistema di riconoscimento facciale della Apple sono ancora tutte da esplorare e come ha detto Tim Cook promettono davvero delle innovazioni vere.
Ad oggi però i due si devono “accontentare” di controllare il 36% del mercato smartphone (dati Idc). Di essere quindi i due più grandi produttori al mondo. In attesa di capire chi saprà intepretare al meglio l’intelligenza artificiale via mobile dobbiamo accontenrarci di giocare con “chi ha l’emoji” più bello. Questi pupazzetti digitali che copiano il nostro volto sono uno dei grandi enigmi della storia del telefonino. Quelli di Apple (gli Animoji) sono più precisi mentre quelli di Samsung (Ar Emoji) sono più realistici. Più fumettosi i secondi e più divertenti i primi. È piuttosto difficile capire chi potrebbe vincere, in questi tempi bui di innovazione mobile.
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