Facebook sa come si fa: scruta l’orizzonte (del web), scova app innovative che solcano business promettenti, quindi ne «ingloba» le funzioni all’interno della propria piattaforma. È già accaduto innumerevoli volte, con la messaggistica, le dirette video, il marketplace e adesso succede anche con il dating, alla luce dell’annuncio fatto dal patron Mark Zuckerberg a F8, la conferenza annuale degli sviluppatori tenutasi a San Jose.
Per ora si tratta soltanto di parole, ma non prive di conseguenze, a giudicare dai contraccolpi (finanziari e non) che le società di settore già avvertono. La realtà più grande, in questo business, è il gruppo Match che riunisce diversi siti e app per single tra cui quelli più noti su scala globale come Tinder, Match.com, Meetic e OkCupid. All’annuncio di Zuck, il titolo di Match ha perso il 22% in Borsa. Punta di diamante della galassia di servizi per cuori solitari è Tinder, il più popolare (oltre 50 milioni di utenti). Nato nel 2012, sostiene di aver individuato finora più di 20 miliardi di compatibilità, 26 milioni al giorno. La app si collega a Facebook ed è integrata con Instagram. Il meccanismo di funzionamento è lo «swipe»: sfogliando i profili delle persone, far scorrere il dito sullo schermo verso sinistra equivale a un no; verso destra apre a una conoscenza.
In principio era Match.com
Il primato di anzianità va comunque a Match.com. Fondato in Texas e online addirittura dal lontano 1995, tra il 26 dicembre e il 14 febbraio scorsi - periodo di San Valentino - ha registrato 50 milioni di messaggi e un milione di appuntamenti. OkCupid, sempre made in Usa, risale invece al 2004 ed è una sorta di social network: si può comunicare in chat ma anche via mail. Nasce nel Vecchio Continente Meetic: lanciato in Francia nel 2001, vanta di aver formato 6 milioni di coppie in Europa.
La carica delle app «specializzate»
A questi servizi si aggiungono una miriade di altre realtà, da Chemistry a PlentyofFish passando per Loovo, Once e Grindr, quest’ultima rivolta al mondo gay. Le app di dating piacciono a ogni latitudine, non solo in Occidente, e vanno forte anche in Italia. Secondo gli analisti di App Annie, nel 2017 Tinder si è piazzata al terzo posto tra le app su cui hanno più speso gli italiani, in una classifica dominata dal gigante dello streaming video Netflix. In classifica nelle prime dieci posizioni anche Badoo, Loovo e Once. Sapranno resistere alla nuova «tempesta perfetta» preannunciata da Zuckerberg?
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