Tramontano gli sms solidali, avanza il mobile. I comportamenti nelle donazioni scontano però l’arretratezza storica sul digitale: gli italiani donano a più associazioni (in media tre) e lo fanno principalmente (al 44%) con denaro contante e resta in auge il classico bollettino (14%), secondo i dati di Donare 3.0 presentati oggi a Milano. La novità dell’indagine di quest'anno - condotta da Doxa per Rete del Dono e PayPal - è però l’ascesa dell’online che, per la prima volta, diventa la seconda modalità prescelta, dopo il calo dell’sms al 16% nel 2017 (dal 24% dell’anno precedente). Il crowdfunding passa dal 15% al 18%.
“L’sms è sceso nel 2017 non solo per l’assenza di eventi particolarmente drammatici, di vere e proprie emergenze – commenta Valeria Vitali, fondatrice di Rete del Dono – ma è anche frutto di una evoluzione che porta a scegliere modalità di donazioni più continuative e che coinvolgono in prima persona chi dona, non solo dal punto di vista emotivo. Le stesse organizzazioni ne sono diventate più consapevoli”.
L'indagine ha preso in esame un campione (mille interviste) già evoluto ovvero 20 milioni internauti tra i 18 e i 64 anni. Una tipologia di persone che dona nell’80% dei casi e che ha consuetudine al pagamento online. Più di un italiano su tre (40%) indica i dispositivi mobili come piattaforma preferita per le donazioni, il 78% sceglie ancora il pc. Questi dati, però, se rapportati con l'anno precedente, rivelano una storia molto differente: per i donatori da desktop il valore è sceso di quasi il 10% tra il 2016 e il 2017, mentre per gli utenti mobile si è passati da un 31% nel 2016 a un 40% nel 2017, evidenziando un aumento pari al 69% di persone che hanno donato solo da smartphone.
“Sotto questo profilo, siamo convinti che il mobile sia un medium perfetto per catalizzare questa sensibilità alla solidarietà, aggiungendosi al contatto diretto con le associazioni come principale modalità d’interazione e offrendo quella possibilità di semplificare e velocizzare le donazioni” commenta Maria Teresa Minotti, Head of Merchant Services PayPal Italia.
L'ascesa del mobile emerge anche dai dati della stessa Rete del Dono, piattaforma che ha una raccolta fondi totale di 5,9 milioni di euro, tra crowdfunding e personal fundraising. Nel primo quadrimestre di quest'anno il 67% delle transazioni è avvenuto via mobile. Questa tendenza potrebbe cambiare non solo le abitudini del donatore ma la relazione con le organizzazioni. “Lo spostamento sul mobile, particolarmente accentuato per i millennials - spiega Paolo Venturi, direttore di Aiccon (Associazione Italiana per la promozione della Cultura della Cooperazione e del Nonprofit) che ha condotto la presentazione dell’indagine, - è significativo per la costruzione di una relazione. Il mobile è spazio di condivisione, acquisto, donazione ma anche relazione. La donazione è la fine di un percorso di conoscenza e fiducia, dove il dono è la relazione che va costruita integrando online e offline”.
La presenza digital delle non profit
L'indagine Donare 3.0 ha preso in esame anche le organizzazioni non profit, in particolare la presenza digitale delle più note (secondo Italiani solidali). Tutte quante presidiano Facebook, Twitter e YouTube e tre su quattro anche Instagram. Inoltre il 77% ha un sito mobile responsive. Un universo però poco rappresentativo del non profit che sconta una rilevante arretratezza digitale. Tanto il fatto che l'organizzazione non dia la possibilità di donare online è additata come concausa allo scarso utilizzo dei canali digitali. Un’indicazione che dovrebbe suonare da monito alla maggioranza delle organizzazioni che hanno storicamente scarsa propensione al digitale.
“La crescita delle donazioni online è un indicatore che teniamo sotto controllo da qualche anno e che avevamo già visto superare il 60% rispetto all’off line nel mix della raccolta fondi individui all’inizio del 2017. È l’onda lunga delle trasformazioni della società e del mondo profit, sfida da cogliere con professionalità e con le giuste competenze. Seo, sem, social, digital pr, sono strumenti che non sostituiranno mai la relazione personale ma hanno la capacità di potenziarla e renderla più veloce e trasparente” spiega Serena Porcari che guida Fondazione Dynamo e che si appresta al Dynamo Team Challenge, il 26 e 27 maggio, evento sportivo e ludico che punta alla raccolta fondi per Dynamo Camp, il progetti di terapia ricreativa per bambini affetti da patologie gravi che trascorrono campus estivi gratuiti in Toscana.
Le cause più diffuse
Le associazioni alle quali sono state fatte donazioni negli ultimi dodici mesi sono state principalmente quelle legate a Salute e alla ricerca (57%), seguite da Emergenza e protezione civile (27%), Sostegno e servizi per disabili (25%), Assistenza sociale (24%), e Tutela dell'ambiente e degli animali (22%).
I baby boomer sono stati i più attenti alla salute e alla ricerca, ma i meno pronti nei confronti di emergenze e protezione civile in totale opposizione ai colleghi della generazione X, mentre i millennial si siano concentrati principalmente su istruzione e formazione (16% versus 8% di generazione x e baby boomer), che inizia a essere un tema sempre più importante, diventando quasi una vera e propria emergenza anche nel nostro Paese.
Rimane alta l'attenzione sull’utilizzo dei fondi raccolti. Il 69% degli italiani, infatti, afferma di non donare a enti che non gli permettono di verificare come vengano utilizzate le donazioni e i risultati raggiunti grazie a queste ultime.
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