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Startup, le compagnie puntano sull’insurtech (anche in Italia)

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Startup, le compagnie puntano sull’insurtech (anche in Italia)

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Le startup insurtech piacciono agli investitori, compagnie assicurative comprese. Lo dimostra un recente report di Accenture (su dati Cb Insight) secondo il quale nel 2017 gli investimenti nel settore sono cresciuti raggiungendo 2,3 miliardi di dollari a livello globale, e quota 331 deal (+39% rispetto al 2016). Si tratta di un boom che non riguarda solo gli Stati Uniti, come spesso accade quando si parla di startup, ma anche il Vecchio Continente. Se infatti a dominare il mercato sono ancora gli Usa - con 1,24 miliardi di finanziamenti, pari al 46% delle operazioni totali del 2017 - a crescere nell’ultimo anno è stato soprattutto il mercato europeo (con Paesi come Uk e Germania in testa). Qui, registra Accenture, gli investimenti hanno raggiunto in poco tempo il valore di 679 milioni (+385%), passando da un volume pari ad appena il 12% a quasi un terzo (32%) di tutte le operazioni solo un anno dopo. A sostenere questa crescita impetuosa sono state in buona parte le stesse compagnie assicurative. «Da vendere solo polizze - spiega Daniele Presutti, senior managing director e responsabile del settore assicurazioni di Accenture - le compagnie sono passate negli ultimi anni a offrire servizi per assistere i clienti sempre più da vicino grazie a device e oggetti basati sulla tecnologia IoT». In particolare secondo Accenture a dominare il mercato assicurativo saranno nei prossimi anni tecnologie come l’intelligenza artificiale, l’extended reality, la blockchain e naturalmente l’IoT. «Queste innovazioni aiuteranno le compagnie - continua Presutti - ad ampliare il concetto di rischio e anche quello di prevenzione, settori nei quali si inseriscono sempre più spesso le innovazioni che arrivano dalle startup, comprese quelle italiane che se pur ancora minoritarie stanno iniziando a entrare nel network dei grandi gruppi». È questo il caso di Floome, startup padovana che ha creato un dispositivo da collegare allo smartphone per verificare il tasso alcolemico prima di mettersi alla guida. Un’idea che è piaciuta ad Axa Italia che un anno fa ci ha investito 750mila euro. Più in generale la compagnia ha stanziato a livello globale oltre 400 milioni per finanziare startup innovative, 5 dei quali destinati alle imprese italiane.

Sono stati invece quasi 2 i miliardi (fonte: Dealroom.com) investiti in startup negli ultimi 12 mesi da Allianz. La compagnia che lavora sull’insurtech anche a livello in-house, ha creato una unit ad hoc chiamata Allianz X che ha in portafoglio 14 startup tra cui Lemonade, una delle imprese insurtech più promettenti a livello globale. Crescere attraverso l’open innovation è in testa alle priorità anche della nuova ceo di Swiss Re Italia Daniela D’Andrea. La compagnia ha già all’attivo diverse collaborazioni come quelle con l’olandese Wealert.io, l’inglese Digi.me. e la italo-inglese Fing con cui ha sviluppato un progetto per estendere la protezione assicurativa ai beni digitali. Punta sulla collaborazione con le startup anche Unipol che, tra le altre, collabora con DriveSec (cyber security), WaterView (rilevamento eventi metereologici) e Connected life con cui sta sperimentando una soluzione per il monitoraggio degli anziani. Attiva sia a livello di holding che nella branch italiana è anche Generali. A livello italiano la compagnia ha appena concluso come Generali Welion un programma di accelerazione per 4 startup in collaborazione con H-Farm. Mentre a livello di holding ha avviato diversi progetti di open innovation tra cui quello con la startup di Nizza Ellcie Healthy per sviluppare occhiali con sensori capaci di prevenire gli incidenti stradali. Oltre agli oggetti connessi e alle tecnologie predittive che sembrano piacere ai grandi gruppi, il panorama delle startup insurtech conta anche una schiera di imprese che cercano di innovare il settore e ottimizzare l’esperienza del cliente attraverso tecnologie come i chatbot (nel caso di Spixii) o trasformando in chiave digitale la tradizionale vendita di polizze assicurative, come nel caso di Yolo o Neosurance. Non mancano inoltre casi di startup, come Axieme e Darwinsurance, basate sul modello peer-to-peer che puntano a introdurre il concetto della sharing economy anche nel settore assicurativo, tagliando i costi delle normali polizze attraverso sistemi di condivisione.

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