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Il debutto a ostacoli di Iliad: vantaggi low cost e questione sicurezza

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Il debutto a ostacoli di Iliad: vantaggi low cost e questione sicurezza

La home page è abbastanza scarna, ma efficace a trasmettere l'unico e semplice messaggio: potere telefonare a piacimento e mandare tutti gli SMS che volete col vostro smartphone, 30 giga di traffico internet a soli 5,99 euro al mese. Dopo quasi due anni di attesa, sbarca in Italia la compagnia Iliad che promette di essere la Ryanair della banda larga. Al costo di 2 cappuccini alla soia e un cornetto vegano, l'azienda francese, arrivata in Italia come effetto del mega matrimonio Wind-Tre (che fu approvato dalla Ue solo a patto che fosse permesso a un altro operatore di entrare sul mercato e peraltro Iliad si appoggia proprio alla rete Wind-Tre nel nostro Paese), è partita con un piano decisamente aggressivo. Prezzo iper concorrenziale, di fatto il più basso di tutti, e un'offerta facile e trasparente («senza vincoli» e «senza brutte sorprese» reclamizzano due icone sul sito) con cui cercare di rosicchiare clienti ai colossi Tim, Vodafone e Wind-Tre.

Acquisto di un abbonamento Iliad presso una Simbox: pagamento

Fin qui, l'entusiasmo della novità. Eppure il debutto di Iliad, in Italia guidata dal giovane manager Benedetto Levi, non è stato priva di ostacoli e qualche sorpresa spiacevole. È stato segnalato almeno un caso di attivazione un po' “superficiale”. Due video girati da un consumatore, che li ha inviati al Sole 24 Ore dietro promessa di anonimato, testimoniano l’esperienza: il signor Paolo Verdi (il nome di fantasia) si è recato a una Simbox, una macchinetta automatica (tipo quelle dei biglietti della stazione ferroviaria) che vende carte sim, e ha comprato una tessera Iliad per telefonare e navigare in Internet. In 12 passi, dalla scelta dell'offerta, fino alla stampa in tempo reale della sim, il signor Verdi è diventato un cliente Iliad.

Acquisto di un abbonamento Iliad presso una Simbox: pagamento

Tutto ok, se non fosse che per identificarsi ha usato la fotocopia del documento di identità di una donna, e nel momento del riconoscimento facciale via telecamera si fosse girato. In più sostiene di aver pagato con una carta di credito intestata a una persona che non era né il titolare del documento né intestatario della sim. Nonostante questi errori, nel giro di mezz'ora la sim risultava attiva e funzionante. In tempi dove la sicurezza è diventata un'ossessione e un parametro vitale, forse è sin troppo facile avere accesso alla rete, operazione sensibile e in Italia regolata dalla Legge Pisanu del 2005 (che richiede di identificare i titolari di Sim).

Dieci ore più tardi, Iliad ha inviato la seguente email:
Ciao Sig.Ra XXXX,
Iliad ha dovuto disattivare la tua linea a causa di una non completa verifica della tua identità. Ti preghiamo di recarti nel punto vendita in cui hai acquistato la tua SIM per completare la tua identificazione e riattivare la linea. Per qualsiasi informazione, puoi sempre rivolgerti al nostro servizio Utenti al numero 177.
team Iliad

Accortisi dell'errore, Iliad ha bloccato la sim: ma nel frattempo, per mezza giornata, la carta è rimasta attiva: una persona la cui identità non era pienamente accertata ha potuto usare per un giorno interno una connessione a internet. Non è stato possibile ottenere un commento da Iliad, nella cui home page ci sono solo contatti di natura commerciale e non aziendale. Ovviamente, come tutte le innovazioni, un periodo di rodaggio è normale e qualche inciampo è da mettere in conto. Ma, c'è da scommettere che sulle Simbox e sulla facilità con cui si può ottenere una sim card rischia di scoppiare una grossa polemica: le macchinette sembrano destinate a diventare la perfetta tempesta italica.

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