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Valle Spluga traccia la filiera

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Valle Spluga traccia la filiera

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Tracciare l’intera produzione, dal mangime al consumatore finale, per avere sotto controllo in ogni momento la qualità. E a breve procedere con certificazioni internazionali che consentano di consolidare il mercato italiano e di espandere quello estero. Così il galletto Valle Spluga punta a un balzo di qualità grazie alla scelta di Sap, quale partner tecnologico, e Derga, quale system integrator, per realizzare una piattaforma tecnologica interconnessa ed estesa a copertura dell’intera filiera produttiva in grado di garantire il controllo sulla produzione e sulla qualità finale.

«La particolarità della nostra filiera è di essere tutta proprietaria, a parte il mangimificio - spiega Dante Milani, direttore generale Galletto Valle Spluga, nipote del fondatore che inaugurò l’azienda nel 1967 in Valchiavenna (provincia di Sondrio) - sono nostri i riproduttori, l’incubatoio, gli allevamenti, la sede di macellazione e di lavorazione della carne, la logistica. Questo ci consente di avere la filiera sotto controllo”.

Fino a tre anni fa molti dati e informazioni venivano raccolti a mano con rischio di errore e scarse possibilità di elaborazione. Il primo passo - di un più ampio processo di rinnovamento e rilancio aziendale - è stato nelle fattorie. «Abbiamo dotato i nostri allevatori di tablet e lettori ottici, oltre che di sensoristica - spiega Milani, che guida l’azienda agricola con 400 dipendenti - In ogni modo la registrazione del dato nel sistema avviene dove il dato stesso è stato generato. Tutti i dati della vita dei galletti, dalla nascita all’alimentazione, dai farmaci assunti alla crescita, confluiscono nella piattaforma».

Oltre ad eliminare gli errori umani, la registrazione del dato consente di fare valutazioni in tempo reale, per esempio notando se ci sono animali che hanno assunto troppi farmaci o se ci sono stati fenomeni anomali nella schiusura delle uova. Inoltre avere a disposizione grandi quantità di dati consente un ulteriore passaggio: programmare meglio la produzione un anno per l’altro, recuperando margini di efficienza.

Infine, la tracciatura della filiera sarà fondamentale nel futuro dell’azienda. «Solo con questi dati aggiornati è possibile avere un vero e proprio passaporto di prodotto, che sarà reso noto al consumatore sull’etichetta - conclude Milani - Ed è la base indispensabile per un percorso internazionale di certificazione di qualità che intraprenderemo. L’intento è rafforzare il nostro scudetto rosso sui mercati esteri in cui siano presenti con quote dirette del 7% di export (su un fatturato di 25 milioni l’anno ndr.)».

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