In un giorno di pioggia dello scorso agosto, tre mucche sostavano in un campo
svizzero, pascolando in pace, e di tanto in tanto, ruttando – e ognuno di quei rutti contribuiva al cambiamento climatico.
Alla porta accanto, in un grigio edificio industriale, una piccola impresa svizzera lavorava a un additivo per mangimi per
mucca da latte. Il composto, Agolin Ruminant, aumenta la resa di latte e riduce le loro emissioni di metano.
“Migliora la digestione e permette alle mucche di sfruttare meglio il cibo che ingeriscono,” dice Kurt Schaller, CEO di Agolin.
Dopo 20 anni nel settore degli
additivi per mangimi, Schaller ha fondato l'azienda nel 2006, insieme con la nutrizionista per animali Beatrice Zweifel e
all'investitore Pierre-Henri Jacquet. Il fiore all'occhiello dell'azienda è questo additivo, un misto di chiodi di garofano,
carote selvatiche e estratto di olio di coriandolo.
Dalla sede di Bière, un piccolo villaggio a 40 chilometri da Ginevra, l'azienda
vende Agolin Ruminant in tutto il mondo. Il mercato più importante è l'Europa,
dove vendono mangimi per circa un milione di mucche. Quest'anno, sia la
Fondazione Solar Impulse sia il Carbon Trust hanno riconosciuto gli sforzi di
Agolin per combattere il cambiamento climatico e migliorare la sostenibilità.
Secondo la FAO, i bovini da latte e da macello emettono circa il 10% di tutte le
emissioni di gas serra indotte dall'uomo. “Tutti i ruminanti producono metano
nel processo di fermentazione delle fibre durante la digestione,” spiega Florian
Leiber, direttore di Scienze del Bestiame dell' Istituto di Ricerche dell'Agricoltura Biologica. Una singola mucca può rilasciare
fino a 100 kg di metano all'anno, principalmente ruttando – l'equivalente di due voli Parigi-New York andata e ritorno.
E mentre gli esperti concordano che il modo più efficace di ridurre queste
emissioni è ridurre il nostro consumo di carne, la dieta e la vita di centinaia di
milioni di persone ne dipendono ancora. E con la crescita demografica, si
prevede che la domanda di carne aumenterà del 70% nei prossimi 30 anni. “È
per questo che all'inizio non stavamo cercando di ridurre le emissioni di
metano,” dice Zweifel, “ma di trovare un modo per migliorare le rese di latte a
parità di consumo di cibo.”
Il primo obiettivo che si è posta Agolin era migliorare l'efficienza dei mangimi,
usando sostanze attive ricavate da piante e oli essenziali, strumenti del sapere
tradizionale che sono stati sostituiti nel tempo da antibiotici e prodotti chimici.
Poi i test – condotti indipendentemente dall'Istituto per la Ricerca
dell'Agricoltura e la Pesca in Belgio, l'Università di Aberystwyth in Galles,
l'Istituto Nazionale di Ricerca Agricola (Inra) in Francia e l'Università della
California – hanno mostrato che il composto aveva un impatto importante sui
batteri del rumine, che aiutano le mucche a digerire. Migliorava le rese di latte
fino al 7%, riducendo la produzione enterica di metano in media del 10% (i
risultati variano in base ai sistemi di alimentazione).
Esistono altri additivi in grado di ridurre la produzione di metano dei bovini ma
pochissimi sono completamente naturali. Un'opzione è l'olio di semi di lino, che
però “va usato in dosaggi molto più elevati,” dice Zweifel. Aggiunge che invece,
aggiungere Agolin Ruminant alla dieta di una mucca costa 0.04€ al giorno –
massimizzando i ricavi degli agricoltori in modo sostenibile.
Agolin è stata finanziata dai risparmi dei suoi fondatori e grazie a un prestito per lo sviluppo economico del governo svizzero.
Fare esperimenti e ricerca è un
processo lento, quindi ci sono voluti tre anni per arrivare al pareggio di bilancio,
e altri tre per realizzare profitti. Oggi, Agolin ha oltre 100 clienti in tutto il
mondo, e una rete che conta su 25 distributori. Chris Miller, direttore tecnico del
gruppo irlandese di mangime Gain Animal Nutrition, dice che l'aggiunta del
composto ai prodotti della sua azienda ha migliorato la produzione di latte dei
suoi clienti di quasi due litri al giorno per ogni mucca.
Il fatturato dell'azienda ha sfiorato i 10 milioni di dollari nel 2017. “Equivale a un
risparmio di circa 250,000 tonnellate di CO2 l'anno,” dice Schaller. “Se
riuscissimo a somministrare il composto a ogni mucca del mondo, potremmo
risparmiare fino a 300 milioni di tonnellate all'anno.”
Ma il prodotto rimane limitato dal fatto di poter essere usato solo in allevamenti
intensivi, perché dev'essere mescolato in mangimi composti e minerali – non può essere somministrato alle mucche direttamente.
“L'utilizzo di massa di additivi è virtualmente impossibile perché la maggior parte dei bovini non hanno accesso a quel tipo
di mangimi,” spiega Diego Morgavi, ricercatore del dipartimento di fisiologia animale e sistemi di allevamento all'Inra. In
allevamenti estensivi, che usano metodi tradizionali, i bovini si cibano soprattutto di erba.
Dal 2014, Agolin ha cominciato a lavorare a un progetto chiamato RuMeClean,
che si pone l'obiettivo di includere Agolin Ruminant nei programmi di
compensazione delle emissioni di carbonio dell'Unione Euroea. Ma se le leggi
potrebbero facilitare la distribuzione di Agolin, il suo CEO crede che siano le
aziende private a fare da apripista per creare un allevamento più sostenibile. “C'è un grande gap tra le ambizioni ambientali
dei governi e le loro azioni - dice
Schaller -. Il settore privato è molto più veloce, e si muoverà per primo.”
Questo articolo è pubblicato nell’ambito di Solutions&Co, un’iniziativa internazionale e collaborativa tra venti testate giornalistiche da tutto il mondo focalizzata sulle imprese che stanno sviluppandosi oltre lo stadio di startup nella lotta contro il climate change. Trovate altre storie qui.
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