4/10 Il bitcoin nella polvere
Dopo l'anno del boom, è arrivato il momento dello scoppio della bolla per il bitcoin, che nel 2018 ha visto le sue quotazioni sgonfiarsi: come non c'erano motivi particolari per il rialzo spettacolare che ha portato in neanche un anno le quotazioni da 1.000 dollari fino al picco vicino a 20.000, non ci sono ragioni specifiche del ritorno sulla terra della criptovaluta, crollata fino al di sotto di quota 4mila dollari. Trainando l'intero comparto in caduta libera: la capitalizzazione complessiva che a inizio anno aveva toccato il picco sopra gli 800 miliardi di dollari, a fina anno langue poco sopra i 120 miliardi, con valute che hanno lasciato sul terreno oltre il 90% del valore. Il sogno nato dieci anni fa dall'idea dell'anonimo Satoshi Nakamoto di un sistema di pagamenti tra pari incentrato su una valuta che potesse fare a meno di istituzioni che la governassero (le Banche centrali) e di un sistema che garantisse i pagamenti (le banche e il sistema finanziario) si è scontrato con l'illusione del facile guadagno. D'altra parte l'alta volatilità di questi ultimi due anni, peraltro non nuova per uno strumento abituato ad alti e bassi da brivido, ne mina la credibilità come sistema di pagamento. Mentre le opacità e la scarsa trasparenza per sua stessa natura del bitcoin e delle altre criptovalute ne ha alimentato gli usi spregiudicati e illeciti, creando l'immagine di un mondo opaco e pericoloso. Un fenomeno che alla fine ha coinvolto anche la blockchain, la tecnologia alla base delle criptovalute che, al contrario, promette un sistema economico decentrato e trasparente.
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