2/10 La crisi hi-tech zavorra Wall Street
Apple è stata la prima società a raggiungere il trilione di dollari di capitalizzazione: il traguardo dei mille miliardi di
valutazione è stato bissato un mese dopo dal titolo di Amazon. Poi a ottobre dai titoli hi-tech è partita la caduta di Wall
Street che ha sgonfiato le quotazioni azionarie in tutto il mondo mettendo fine al più lungo rialzo della storia. Era dal
2009 che Wall Street chiudeva l'anno in rialzo, con una cavalcata guidata dai titoli tecnologici. E alla fine sono stati i
titoli hi-tech – i Faang (Facebook, Apple, Amazon, Netflix, Google) - quelli che più hanno pagato gli eccessi e le sopravvalutazioni
degli ultimi anni con perdite in doppia cifra nell'ultimo scorcio del 2018. Unica eccezione Microsoft, rimasta alla fine sostanzialmente
stabile.
In più nel ribasso c'è anche lo zampino diretto della tecnologia: dietro allo scivolone dei mercati azionari c'è un fenomeno
che non è nuovo, ma che ormai ha raggiunto livelli impensabili. Secondo i calcoli più recenti quasi l'85% degli scambi sui
mercati finanziari è eseguito in maniera automatica: macchine, modelli, intelligenza artificiale, investimenti passivi vanno
a ingrossare una massa di transazioni che si muove all'unisono amplificando le tendenze. E con tempi incredibilmente rapidi,
nell'ordine dei millesimi di secondo.
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