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Stripe arriva in Italia: la piattaforma di gestione dei pagamenti online per il business

L’elenco delle organizzazioni che hanno puntato su Stripe è vastissima: siamo oltre il milione in 135 Paesi e fra queste ci sono nomi come Booking.com, Amazon, Lift, Airbnb, Deliveroo e Spotify, aziende connese all’ecommerce o anche no. Quello che offre è una piattaforma in cloud per gestire l’intero ciclo di vita del denaro online, dalla transazione alla distribuzione dei pagamenti su più account bancari. È self-service, non richiede oneri di configurazione e per integrarla nei siti o nelle app servono poche righe di codice.

Ora per l’azienda di San Francisco, fondata nel 2011 dai fratelli Patrick e John Collison, scatta ufficialmente lo sbarco in Italia dopo che in questi mesi ha testato con successo la versione beta della piattaforma con alcune migliaia di clienti, comprese startup (Musement e Supermercato24) e grandi organizzazioni tradizionali (Conad e Leroy Merlin).

«Mettiamo a disposizione di realtà grandi e piccole, di qualsiasi settore, un prodotto localizzato e un team dedicato che ha il compito di personalizzare l’offerta della piattaforma standard, per integrarla rispetto alle specificità delle Pmi italiane, stimolandone le attività in chiave digitale - spiega al Sole 24 Ore il country manager Alessandro Astone -.

Il nostro primo obiettivo è quello di disintermediare e risolvere tutte le complessità legate a un pagamento online. In Italia solo il 12% delle piccole e medie imprese è attivo in Rete e la nostra idea è di contribuire a portare questa percentuale al 30-40% entro i prossimi tre-quattro anni».

Come? Semplificando e rendendo più fluide e sicure tutte le fasi del processo di acquisto e di tesoreria di una transazione, con i diversi software specifici: Checkout (gestione dei flussi di pagamento), Radar (strumento anti-frode basato su algoritmi di machine learning che analizzano il comportamento degli e-shopper), Billing (la piattaforma di fatturazione per le imprese che offrono servizi a consumo e piani di abbonamento) e Connect (l’applicazione per i marketplace che attivano diversi soggetti nella transazione).

A spingere Stripe a scommettere sul mercato italiano c’è soprattutto l’intenzione di intercettare le enormi opportunità di sviluppo di un mercato, quello dell'e-commerce, che è solo agli inizi (solo il 6,5% delle vendite al dettaglio in Italia viene effettuato online) e diventare un preciso riferimento per tutte quelle imprese (e sono la maggior parte) che soffrono di problematiche non indifferenti nella gestione delle vendite online.

Sul piatto l’azienda mette una soluzione “a prova di futuro”, compatibile cioè con tutti i metodi di pagamento (dai bonifici Sepa ai diversi sistemi di pagamento) e con i nuovi regolamenti internazionali in materia (come Psd2 e Sca, Strong Customer Authentication, normativa che diventerà obbligatoria in Europa da settembre). Se la velocità e la semplicità di “installazione” della soluzione sono i suoi punti di forza, «monetizziamo quando il merchant completa la transazione, su cui applichiamo una fee standard dell’1,4% maggiorato di 25 centesimi - sintetizza Astone -. Più le aziende transano, più noi guadagniamo».

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