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Il valore legale ora abilita blockhain e smart contract: ecco come poterli utilizzare

Il decreto legge semplificazioni appena approvato in via definitiva apre la strada a una pletora di nuove applicazioni per blockchain e smart contract, perché per la prima volta li inserisce nel nostro ordinamento e ne dà potenziale valenza giuridica. Quello normativo è il principale tassello mancante per il decollo: «Molte aziende di differenti settori si stanno avvicinando alla blockchain, mentre fino a poco fa erano solo le banche a farlo.

E tutto questo nonostante la forte incognita della normativa, che ancora regola in modo poco chiaro la tecnologia in molti Paesi - dice Valeria Portale, responsabile del settore per gli Osservatori del Politecnico di Milano -.Interessate alla tecnologia si mostrano ora, oltre ovviamente a banche e assicurazioni, soprattutto le aziende che la vogliono usare per la gestione delle relazioni di filiera e i processi di tracciabilità». Ed è qui che vedremo, probabilmente, il primo impatto delle nuove norme.

Già ora ci sono le sperimentazioni delle Cantine Volpone, del Gruppo Italiano Vini, della Torrefazione Caffè San Domenico, Carrefour, tra gli altri, per tracciare la filiera di alcuni prodotti. Progetti che sfruttano la funzione di marcatura temporale della blockchain su un documento. Proprio di questa funzione adesso le norme italiane riconoscono la valenza giuridica: la data e l’ora di una transazione potrà essere garantita e opposta a terzi.

Un altro ambito interessato è quello assicurativo e notarile: «Con la nuova normativa sarà possibile stipulare via smart contract i contratti di assicurazione e garanzia come la fideiussione», dice Fulvio Sarzana, avvocato specializzato in questi temi. In questi giorni è partito un progetto tra Comune di Bari e Sia per digitalizzare la gestione delle polizze fideiussorie. «Ma si potranno costituire anche ipoteche volontarie e fornire data certa ai testamenti olografici - aggiunge Sarzana -. In generale, poiché la nuova norma attribuisce valore di forma scritta allo smart contract, sarà possibile automatizzare in questo modo i contratti previsti dal testo unico bancario, alcuni contratti di lavoro e varie procedure negoziali. Ad esempio, potremo avere rimborsi automatici da parte delle compagnie aeree in caso di ritardo, senza più noie burocratiche». Axa è tra le prime assicurazioni a permetterlo già, mentre Ania sperimenta un analogo meccanismo per i contenziosi nell’Rc auto.

Bisogna ricordare comunque che il percorso di regolazione è ancora incompleto: «Con il Dl Semplificazioni abbiamo appena cominciato a disegnare un quadro normativo che possa favorire lo sviluppo di tecnologie blockchain e distributed ledger», dice Portale. Per prima cosa, bisognerà aspettare 60 giorni per le regole tecniche di attuazione da parte dell’Agenzia per l’Italia Digitale.

«La valenza di forma scritta non basta, perché occorre in ogni caso ancora vedere che tipo di efficacia giuridica sarà data. Vedremo se saranno fissati standard tecnici minimi sia per determinare la data certa o la provenienza del documento - dice Milena Prisco dello studio legale specializzato Cba -. Ma restano ancora limiti tecnici degli smart contract per transazioni più strutturate di un semplice pagamento».

Nonostante l’immaturità delle norme e della tecnologia, si va avanti, insomma. «L'Italia deve saper cogliere questa opportunità e proseguire lungo il cammino intrapreso: la costituzione da parte del Mise di un team di esperti per definire la strategia e la volontà di fornire un quadro normativo corretto sono due tasselli importanti, da valorizzare e sviluppare», conclude Portale.

«Fa bene il Governo a spingere verso una normativa che favorisca applicazioni concrete della blockchain a sostegno del made in Italy, soprattutto in ambito agroalimentare, per esempio per la tracciatura della filiera», concorda Gianni Potti, presidente di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici.

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